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I Piani Urbani Integrati delle Città Metropolitane. I casi di Reggio Calabria e Cagliari

18/02/2022

Dopo avere approfondito le situazioni di Torino e Firenze, Milano e Bari, Roma e Catania, la serie di articoli sulla realizzazione dei Piani Urbani Integrati da parte delle Città Metropolitane prosegue con Reggio Calabria e Cagliari. Si tratta di un percorso previsto nell’ambito dell’applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: entro metà marzo le Città Metropolitane dovranno presentare i PUI al governo. Ciascuno di essi deve prevedere un costo non inferiore a 50 milioni di euro e riguardare prioritariamente la realizzazione di infrastrutture e servizi pubblici ottenuti attraverso la riqualificazione di spazi e strutture di proprietà pubblica.

Per Reggio Calabria sono stati stanziati 118 milioni di euro. Domenico Passarelli, presidente della sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, racconta che la Città Metropolitana ha impostato il percorso “raccogliendo un totale di 63 progetti. Si tratta di interventi che contemplano ad esempio l’interesse pubblico in ambito sociale, la mobilità sostenibile, riducono il consumo energetico. Puntano a risolvere problemi specifici e questioni puntuali del territorio ma quello che manca è un coordinamento, che auspichiamo possa avvenire a posteriori. Come INU avevano segnalato l’importanza che fosse impostato a priori. Detto questo, va comunque riconosciuto lo sforzo che sta compiendo la Città Metropolitana in termini di inclusività e partecipazione di tutte le amministrazioni comunali. Il ciclo di confronti è partito già nel dicembre scorso”.

Il vulnus è quello già evidenziato nei precedenti articoli: laddove manca uno strumento di pianificazione, la tendenza è quella di limitarsi alla raccolta di progetti, di svuotare i cassetti con quelli che sono più immediatamente realizzabili. Il Piano strategico metropolitano di Reggio, spiega il presidente di INU Calabria, è infatti ancora in corso di definizione.

Passarelli commenta anche la progettualità, in questo percorso, della città di Reggio Calabria: le risorse a disposizione saranno utilizzate per interventi sul waterfront e per il potenziamento di alcuni percorsi ciclopedonali ma “sarebbe stata auspicabile una visione d’insieme, una ricucitura con l’obiettivo di riqualificare le aree costiere, il Parco lineare sud, il lungomare foce Calopinace e in particolare l’area sottostante l’aeroporto. Si tratta di questioni prioritarie che necessitano di funzioni urbane e integrazione con la mobilità giornaliera, mentre i progetti scelti rischiano a essere a sfondo turistico, lasciano tracce su un’economia che riguarda soltanto un comparto e non le necessità di base”.

A Cagliari, all’opposto di Reggio Calabria, la presenza di un percorso di pianificazione consolidato ha permesso di privilegiare l’organicità. I 100 milioni a disposizione sono confluiti nell’iter di realizzazione del Piano strategico metropolitano approvato il 21 luglio scorso, e in particolare sull’Azione di Sistema costituita dal cosiddetto “Anello sostenibile”, fondata sulla rigenerazione urbana e ambientale: si tratta di un’infrastruttura blu e verde incentrata sull’adattamento climatico. L’infrastruttura è innovativa, mette in relazione ambiti montuosi e aree umide, ripristina le vie di acqua e realizza mobilità dolce tra i comuni. La negoziazione della Città Metropolitana con i Comuni coinvolti ha messo a fuoco le priorità dell’Anello sostenibile da avvantaggiare attraverso le risorse dei PUI.

Francesco Licheri, presidente della sezione Sardegna dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, condivide il metodo adottato: “L’approccio seguito dalla Città Metropolitana di Cagliari per l’utilizzo delle risorse PNRR relative ai Piani Urbani Integrati è condivisibile per diversi motivi: evita la tentazione palingenetica di riformulare delle strategie e proporre interventi in funzione dei bandi utilizzando giustamente le risorse assegnate per avviare un’azione di sistema innovativa prevista dal Piano Strategico, l’Anello sostenibile, affermando quindi la centralità del Piano per gli interventi di rigenerazione urbana e territoriale. Utilizza, nella condivisione con i Comuni delle scelte per gli interventi non l’approccio concorrenziale a cui ci si è purtroppo abituati anche per la partecipazione ai bandi finalizzati alla rigenerazione urbana, nel quale i territori competono tra loro per le proposte da inserire nei Piani, ma un percorso negoziale nel quale i Comuni cooperano tra loro nell’individuazione degli interventi prioritari da proporre a finanziamento tra quelli previsti nell’Azione di Sistema del Piano Strategico". 

Il ragionamento su quanto accade a Cagliari permette a Licheri anche una considerazione più generale sulla procedura: “L’approccio alla questione della rigenerazione urbana e territoriale con le importanti risorse che il PNRR destina alle Città Metropolitane e, più i generale a tutti i Comuni (Bandi per i Borghi), non può prescindere da una preliminare definizione di un percorso di piano, percorso che non può essere realizzato nei tempi dettati dai bandi. Si rischia che un’occasione storica per la rigenerazione urbana, come quella rappresentata dai fondi PNRR, possa non raggiungere risultati ottimali in termini di efficacia delle azioni. E’ chiaro che le Città Metropolitane che hanno definito Strategie, Piani e approcci collaborativi con i Comuni (succede a Cagliari ma anche, ad esempio, a Firenze e a Milano) in questa logica siano avvantaggiate. Ma si è ancora in tempo per rimodulare procedure e bilanciamento di tempi, sempre nel rispetto delle scadenze dal PNRR, per utilizzare al meglio una grande occasione per ripensare le città e i territori per la prossima generazione”.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica