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Il momento dei Piani Urbani Integrati delle Città Metropolitane. I casi di Torino e Firenze

28/01/2022

Anche le Città Metropolitane concorreranno all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attraverso uno strumento che chiama in causa la loro capacità di pianificazione e programmazione. Entro metà marzo dovranno infatti presentare al governo i Piani Urbani Integrati (PUI). Ciascuno di essi deve prevedere un costo non inferiore a 50 milioni di euro e riguardare prioritariamente la realizzazione di infrastrutture e servizi pubblici ottenuti attraverso la riqualificazione di spazi e strutture di proprietà pubblica.

Francesco Domenico Moccia, segretario generale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (che ha scritto rispetto alla situazione a Napoli un commento sull’edizione locale del quotidiano la Repubblica), ricorda al riguardo la proposta avanzata nel dicembre scorso dall’INU, il Programma Integrato d’Area: “E' uno strumento per territorializzare il PNRR conferendo coerenza ai progetti secondo prospettive strategiche. Tuttavia vediamo che in gran parte prevale l'ansia dell'attuazione e si evitano analisi più approfondite sulle reali e profonde necessità delle periferie per dirigersi verso la transizione ecologica e l'equità sociale. Perciò sono da apprezzare le Città Metropolitane che pur conducendo la consultazione dei Comuni indicano delle priorità tematiche come a Milano dove si avanzano tre linee guida: 1) Next Re - generation, sulla scia del PINQUA; 2) Luoghi urbani della mobilità, per concentrare servizi sociali e culturali nei nodi del trasporto locale; 3) Rete verde metropolitana, per la realizzazione delle infrastrutture verdi. E' anche da apprezzare la previsione di assumere personale per la gestione del procedimento, come si propone Torino, data l'importanza della fase attuativa". 

Esaminando la situazione nelle diverse Città Metropolitane attraverso lo sguardo dei dirigenti dell’INU spesso coinvolti in prima persona nei percorsi dei Piani Urbani Integrati, emergono giudizi in chiaroscuro, che al riconoscimento delle opportunità offerte dai PUI (da intendere anche come embrioni di strumenti a beneficio di una nuova stagione dove pianificazione e programmazione siano maggiormente considerate e valorizzate) uniscono la sottolineatura dei necessari correttivi.

Il caso di Torino è in questo senso particolarmente emblematico. Per le opere da includere nei PUI sono a disposizione della Città Metropolitana torinese 234 milioni di euro, che si è scelto di assegnare per una quota pari a 113 milioni alla città capoluogo, la parte che rimane al resto del territorio. Gianfranco Fiora, componente del Consiglio direttivo nazionale e di quello della sezione regionale dell’INU, ritiene che “il meccanismo è interessante e funzionerebbe meglio se ci fossero tempi più dilatati. Il problema è che si sta facendo tutto di corsa visto che le scadenze sono molto ravvicinate”. Fiora si riferisce ai tempi dell’avviso lanciato dalla Città Metropolitana, che sta raccogliendo dai Comuni i progetti da valutare per l’inclusione nei Piani Urbani Integrati. 

Un’altra difficoltà evidenziata da Fiora (che è anche assessore all’Urbanistica del Comune di Orbassano, che fa parte dell’area metropolitana) è la coincidenza con le scadenze elettorali e amministrative: il sindaco della Città Metropolitana si è insediato il 27 ottobre scorso, e le deleghe assegnate ai consiglieri solo a gennaio, ma soprattutto, spiega, “manca in questo momento l’abitudine dei comuni a pianificare insieme, che si sente molto in una Città metropolitana che conta ben 312 comuni in un territorio molto esteso che presenta evidenti diversità territoriali. Quello che auspico per il futuro è che siano introdotti metodi e strumenti che abituino alla copianificazione di area vasta. In Piemonte la bozza del disegno di legge di riforma della legge urbanistica, che incentiva i piani urbanistici intercomunali, è per noi positivo”. 

Fiora segnala in questo senso il progetto presentato dal suo Comune, la realizzazione di un palazzetto dello sport che arriverebbe a servire un distretto (quello di Stupinigi), un bacino di circa centomila persone: “Questo è il metodo da utilizzare a livello urbanistico”.

Anche Giuseppe De Luca, componente del Consiglio direttivo di INU Toscana, da direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze è al lavoro sui Piani Urbani Integrati. Proprio il suo dipartimento sta svolgendo una consulenza per la Città Metropolitana di Firenze per la predisposizione del Piano territoriale metropolitano. Il PUI è stato inserito in questo strumento per l’utilizzo del budget assegnato di 157 milioni. “Il PUI su indicazione dell'Amministrazione – spiega – è organizzato in tre grandi progetti, due che riguardano la mobilità e un terzo che riguarda un'area di grande pregio: la ristrutturazione e funzionalizzazione ecosostenibile della Tenuta Pubblica di Mondeggi per farla diventare punto di riferimento per lo sviluppo eco - sostenibile e luogo centripeto di rigenerazione urbana e territoriale che si innerva poi per l’intero territorio metropolitano". 

Per quanto riguarda un giudizio più generale della procedura dei PUI, De Luca la ritiene "troppo debole e corta per generare politiche davvero innovative. Può funzionare solo per quei territori che hanno già un piano strategico e un piano territoriale, cioè una vision di riferimento cui agganciare una progettualità di scopo. Nelle altre aree può costituire un freno, se non un abbandono, sia della pianificazione strategica che di quella territoriale".

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica