INUCOMUNICA

Biennale dello spazio pubblico dal 13 al 15 maggio. L’ora dei bambini

07/05/2021

Dal 13 al 15 maggio si svolgerà l’evento conclusivo della sesta edizione della Biennale dello spazio pubblico. L’Istituto Nazionale di Urbanistica è tra i soci fondatori dell’Associazione Biennale Spazio Pubblico che la organizza. Il presidente dell’INU, Michele Talia, sottolinea la particolare rilevanza assunta dalla manifestazione nella fase che stiamo attraversando, in cui “gli spazi aperti urbani tendono ormai ad assumere un ruolo fondamentale di compensazione nei confronti delle difficoltà di relazione che la pandemia ci ha imposto. Sono infatti gli spazi di uso collettivo, e le infrastrutture verdi che li attraversano, ad offrire un importante contributo al recupero del benessere psicofisico dei cittadini, e a favorire la predisposizione - in virtù della loro peculiare flessibilità - di scenari alternativi in cui ospitare le occasioni di socializzazione a cui abbiamo dovuto rinunciare. In più lo spazio pubblico ben si presta a incentivare l’esercizio di tattiche temporanee di utilizzazione degli spazi aperti, una virtù spendibile ora perché ci auguriamo che i problemi della pandemia siano risolti nel medio termine”. Quanto al tema di questa edizione della Biennale, Talia spiega che "il rapporto tra i bambini e lo spazio pubblico costituisce per l’INU una via privilegiata di accesso delle nuovissime generazioni ai temi della città e del suo cambiamento. Proprio questa nuova esigenza di partecipazione obbliga gli urbanisti a concepire politiche e strumenti più facilmente accessibili a un pubblico che non dispone di una preparazione tecnica. Si tratta dunque di una sfida che conviene raccogliere, almeno se si vuole fare in modo che la disciplina urbanistica acquisisca fiducia e considerazione da parte di un pubblico sempre più vasto”.

Riccardo Petrachi è il presidente dell’Associazione Biennale Spazio Pubblico. E’ un architetto, un libero professionista che si è occupato di interventi in diversi settori, nel pubblico e nel privato, dal restauro al paesaggio e allo spazio pubblico. Come, dice lui stesso, “un medico di base. Per certi versi è stata una difficoltà non specializzarsi, per altri anche una ricchezza. I processi costruiti attorno al progetto architettonico o urbanistico non si limitano ad esso, ma sono fatti anche di dinamiche spesso altrettanto importanti, di tipo economico, sociale e politico. Si tratta di interpretarli attraverso le mille complessità”. Una multidisciplinarietà che è tra i tratti distintivi della Biennale dello spazio pubblico, anch’essa un processo che, spiega Petrachi, “ci permetterà di mettere non un punto ma due punti, vedere dove siamo arrivati per continuare, e nella prossima edizione potrà fare tesoro degli elementi che caratterizzano quella di quest’anno”. Che riguardano, si è detto, il rapporto tra i bambini e lo spazio pubblico, un tema che ha sin da quando è stato scelto (prima dello scoppio della pandemia) ha entusiasmato Petrachi: “Ho avuto chiara da subito l’importanza di fare qualcosa che rimanesse anche per il futuro. I giovani sono la speranza, bisogna fare in modo che in loro cresca la consapevolezza di comunità, di essere parte di un insieme che deve funzionare bene”.

Il presidente dell’Associazione Biennale Spazio Pubblico sottolinea che la tre giorni del 13, 14 e 15 maggio sarà “il coronamento di un percorso di avvicinamento, ne saranno esposti alla Biennale i risultati. Mi auguro che questo lavoro abbia una ricaduta reale sulla città. E’ sempre più necessario incidere in maniera seria e compiuta sulla politica, è questa la scommessa che mi piacerebbe portare avanti con gli amici dell’associazione. Uno sbocco naturale è un provvedimento legislativo che tuteli gli spazi pubblici delle nostre città, che in Italia manca. Dovremmo disegnare di meno, ma essere maggiormente attenti ed efficaci nella fase di gestione”.

Inevitabile fare riferimento al tema portante dell’evento in relazione alla fase pandemica in corso. Per Petrachi “è pesantissima per tutti, ma per bambini e i ragazzi lo è in modo particolare. Mi auguro che questo momento, in una dinamica simile a quanto accade dopo la malattia, ci aiuti a capire il valore di quanto è venuto a mancare in questi mesi, dello stare insieme negli spazi di tutti, e quindi a prendercene cura. Ovvero quanto è importante quello che abbiamo sempre dato per scontato, come passeggiare in una piazza in compagnia degli altri.  Vale in particolar modo per i più deboli, sia come comunità che come singole persone. Molti di noi sono rimasti colpiti dalla fragilità dei nostri sistemi economici e sociali. Le città sono un sistema organico, complesso, complicato, la pandemia ha messo in crisi tutto quello che davamo per acquisito. Io stesso ero cosciente della fragilità del sistema urbano, ma non fino a questo punto. Tutto quello che vediamo intorno a noi ci sembra solido, ma è solo la natura ad essere solida”.

 

 I precedenti articoli che approfondiscono le tematiche e il programma dell’evento:

-    Con Mario Spada (6 novembre 2020)

-    Con Domenico Cecchini (2 aprile 2021)

-    Con Pietro Garau (16 aprile 2021)

-    Con Elena Andreoni (29 aprile 2021)

 

 Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica