INUCOMUNICA

La Biennale dello spazio pubblico si mette in gioco

29/04/2021

La sesta edizione della Biennale dello spazio pubblico, il cui evento conclusivo si svolgerà dal 13 al 15 maggio prossimi, è dedicata a “I bambini e lo spazio pubblico”, un tema affrontato da tre angolazioni: la scuola, la città e il gioco. Di quest’ultima area è responsabile Elena Andreoni, componente del Consiglio direttivo della sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e dell’Associazione Biennale Spazio Pubblico che organizza l’evento e di cui l’INU è socio fondatore. Prosegue con Andreoni il ciclo di articoli di avvicinamento alla manifestazione, dopo le anticipazioni fornite da Mario Spada e le interviste a Domenico Cecchini e Pietro Garau.

La prospettiva del gioco rappresenta un’innovazione molto importante che segna questa edizione dell’evento, particolarmente in linea con la decisione di dedicare la manifestazione ai bambini. Andreoni ritiene che sia stata “una scelta molto importante per la Bisp quella di esplorare la modalità con cui il bambino si mette in relazione con il mondo e quindi con lo spazio pubblico. Ci siamo resi conto nel corso dello svolgimento dei tavoli tematici preparatori, a cui hanno partecipato oltre 25 soggetti, che dentro il gioco c’è molto di più di quello che si può immaginare. Ha una forte valenza trasformativa nei confronti dello spazio urbano, attraverso esso si può cambiare la città. Io stessa all’inizio avevo una visione piuttosto ridotta della potenzialità del gioco e tendevo a considerarlo un elemento da circoscrivere nello spazio e nel tempo. Il confronto con i soggetti che affrontano questa tematica da diverse angolazioni ha portato invece tutti noi a comprendere che nel momento in cui si lascia più spazio alla spontaneità e si mette da parte l’aspetto intellettuale, quando si riesce a mettersi in gioco assieme ai bambini, possono nascere nuove esperienze. E’ solo immergendosi nel gioco che ci si rende conto di quello che è veramente importante per l’infanzia nelle città. Personalmente sono stata molto colpita dalle opportunità che possono scaturire dalla riconversione degli spazi abbandonati in luoghi di gioco. I bambini giocano molto meglio in spazi non convenzionali, dove non ci sono percorsi obbligati, come avviene ad esempio nei parchi”.

I tavoli tematici si sono svolti da gennaio a marzo scorsi, assieme a soggetti di provenienza varia, come architetti, docenti, associazioni, musei: particolarmente significativa in questo ambito la collaborazione con Michela Rota dell’International Council of Museums. Non mancano contributi dall’estero, principalmente dalla Francia e dalla Spagna, in particolare dalla rete di Ludantia che lavora sulla relazione tra città, architettura, educazione e infanzia. “Tutti – spiega Andreoni – hanno contributo, sulla base delle proprie esperienze e competenze”.

I tavoli tematici, quattro, sono stati la sede di un confronto tra i partecipanti che hanno sollevato anche criticità dell’approccio di lavoro sullo spazio pubblico (inteso sia nell’accezione indoor, come nel caso dei musei, ma anche esterno, da non ridurre alla dimensione dei parchi, e virtuale) attraverso il gioco. L’esito sarà una pubblicazione, un libro monografico di Urbanistica Dossier sul progetto in questione, “Mettiamoci in gioco”. La presentazione alla Biennale si terrà il pomeriggio del 14 maggio e sarà anche l’occasione per mettere in evidenza i risultati dei tavoli. Sarà suddivisa in quattro sottotemi: il gioco nello spazio urbano e virtuale; il gioco e la scuola; il gioco, le associazioni e le istituzioni culturali; il gioco nei musei. Elena Andreoni sottolinea: “Abbiamo nel corso di questo lavoro acquisito la consapevolezza che i bambini sono serissimi quando giocano, e che gli adulti osservandoli hanno l’opportunità di guardare lo spazio pubblico in un’altra maniera rispetto a quello convenzionale. Da questo nuovo sguardo possono nascere progetti di trasformazione molto importanti”.

Il pomeriggio successivo, il 15 maggio che sarà anche la giornata conclusiva della Biennale dello spazio pubblico,  si sta verificando con il Municipio I la possibilità di ospitare una sessione di giochi nella piazza di fronte al Dipartimento di Architettura di Roma Tre, organizzata dalla rete CEMEA del Mezzogiorno, attiva nel settore dell’educazione. “In ogni caso – promette Andreoni – il lavoro prosegue, grazie ai tavoli organizzati nell’ambito della Biennale si sono costruiti reti tra soggetti che hanno intenzione di continuare a collaborare e a sviluppare progetti”.


Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica