“Il Paese non ha bisogno di un nuovo condono edilizio ma di norme che permettano di mettere in campo un grande piano di rigenerazione urbana che renda progressivamente tutti gli edifici meno energivori, meno pericolosi, più resilienti e pronti a rispondere agli effetti dei rischi climatici e naturali, come ad esempio i terremoti”. È questo l’appello che ACLI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, INU, Legambiente, Libera, rivolgono alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonché leader della forza politica a cui appartengono i primi firmatari di questi emendamenti, affinché questo grave errore non sia commesso.
Le regioni dell’Italia meridionale sono fortemente penalizzate, purtroppo, dall’abusivismo edilizio. Un fenomeno tornato a crescere a partire dal 2022, secondo i dati pubblicati dall’Istat nel “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile”, del 9,1%, come non accadeva dal 2004. L’incidenza delle costruzioni illegali nel mercato dell’edilizia raggiunge in questi territori dimensioni definite sempre dall’Istat “insostenibili”, pari a 48,2 case abusive ogni 100 immobili costruiti nel rispetto delle regole. Le conseguenze sono particolarmente gravi: “Il mancato rispetto di piani urbanistici, vincoli di tutela e norme di sicurezza -afferma sempre l’Istat - scarica costi altissimi sulla società in termini di degrado del paesaggio, rischio sismico e dissesto idrogeologico”. Ma ad essere penalizzata è anche quella larga parte delle imprese edili che operano nell’ambito delle regole, esposte a una concorrenza sleale da chi si presta ad operare nel totale disprezzo della legalità e della sicurezza.
In questa situazione, confermata anche dal costante incremento dei reati in materia edilizia e urbanistica accertati dalle forze dell’ordine e lungo le coste del nostro paese, dalle Capitanerie di porto, chi costruisce una casa abusiva beneficia spesso di una sostanziale impunità. Il monitoraggio civico realizzato da Legambiente nel 2023, a cui hanno risposto 435 Comuni delle cinque regioni più a rischio (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio) ha evidenziato come solo il 15,3% delle oltre 70mila ordinanze di demolizione emesse dal 2004 al 2022 sia stato eseguito.
Sono numeri che richiedono interventi forti e significativi, per il ripristino della legalità, della sicurezza e della tutela dell’ambiente. L’esatto contrario di quanto rischia di accadere se, in ragione dell’esigenza di rimediare ad errori di carattere normativo fatti vent’anni fa dalla Regione Campania, dovessero essere approvati gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2026 per la definizione di un nuovo, ennesimo condono edilizio, presentati al Senato e inseriti tra quelli segnalati per l’esame parlamentare.
Primi firmatari appello “No a nuovi condoni”
Emiliano Manfredonia, presidente nazionale ACLI
Walter Massa, presidente nazionale ARCI
Giuseppe Notarstefano, presidente di Azione Cattolica Italiana
Michele Talia, presidente Istituto Nazionale di Urbanistica
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente
Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, fondatore e presidente del Gruppo Abele
Francesca Rispoli, co-presidente nazionale di Libera