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L’iter del Ptgm della Città Metropolitana di Torino, l’INU: “Valorizzare la complessità e la partecipazione del territorio”

23/03/2023

Esaminati i contenuti e i percorsi di approvazione dei Piani territoriali metropolitani di MilanoNapoli e Bologna, il ciclo di articoli di approfondimento prosegue con quello di Torino. Carlo Alberto Barbieri, presidente della sezione Piemonte e Valle d’Aosta dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, ne illustra alcune caratteristiche: la sezione regionale ha curato per conto dell’INU nazionale una consulenza di supporto metodologico per la Città Metropolitana di Torino ai fini della redazione del Piano territoriale generale metropolitano (Ptgm), che è stata consegnata nel dicembre scorso.

Barbieri spiega: “L’iter è a buon punto ma non è chiuso. E’ stata prima fatta una Proposta tecnica di progetto preliminare, nella quale non era ancora intervenuto il supporto dell’INU. Successivamente è stato redatto Il Progetto preliminare che è stato adottato il 22 dicembre. Ora ci troviamo nella fase di consultazione cui seguirà il Progetto definitivo e l’entrata di vigore del Ptgm.

E’ prevista la pubblicazione del lavoro di consulenza dell' INU su Urbanistica Dossier e di cui si anticipa la presentazione della dirigente della Città Metropolitana responsabile per il Ptgm, l’architetto Irene Mortari.

Il presidente di INU Piemonte e Valle d’Aosta sottolinea che “si tratta del primo Ptgm della Città Metropolitana e sostituirà il vigente Piano territoriale di coordinamento provinciale. Sarà il vero primo atto di pianificazione territoriale metropolitana, di per sè un’operazione molto rilevante. Un altro motivo di importanza sta nel fatto che il prossimo Piano strategico, ancora di validità triennale, ai sensi della discutibile durata imposta dalla Legge Delrio (ne sono stati finora approvati due), avrà proprio grazie al Ptgm, e per la prima volta, un forte riferimento territoriale di struttura. Il salto di qualità si avrà quindi nella possibilità di spazializzare le strategie, le azioni e le progettualità. Il nuovo Ptgm – prosegue Barbieri passando a esaminare contenuti, contesto e obiettivi - se da un lato eredita anche il ruolo della Provincia di coordinamento dei piani comunali, dall’altro pianifica il territorio per conto di un soggetto istituzionale nuovo e 'giovane' (esiste dal 15.1.2015) che è laboratorio di sviluppo del Paese. Noi come INU nel nostro lavoro di supporto abbiamo cercato di mettere in chiaro questa caratteristica insieme all'essere Istituzione elettiva di secondo grado”.

Il lavoro di consulenza dell’INU parte dalla vastità e complessità della Città metropolitana di Torino: “E’ la più grande del Paese, sia come estensione territoriale che come numero di Comuni che ne fanno parte; confina con un Paese straniero, arriva fino alle Alpi. E’ un territorio di territori, un paesaggio di paesaggi, una città di città. Il nostro suggerimento è di valorizzare al massimo la suddivisione di questa vastissima città metropolitana in 11 Zone omogenee, che sono previste dallo Statuto e tempestivamente attivate. Si dovrebbe cioè renderle più partecipi nel concepimento e nella formazione del Ptgm mediante quella cha abbiamo definito una pianificazione partecipata 'convergente', auspicando che ciò possa avvenire nel percorso e processo di passaggio dal Progetto preliminare a quello definitivo del Ptgm. Diversamente il rischio è che il piano abbia una natura ancora centralizzata”.

In altri termini, per Carlo Alberto Barbieri: “La Città Metropolitana è un ente elettivo di secondo grado, eletto dai consigli comunali, è quindi rappresentativo di comunità e territori. Bisogna dunque che nel pianificare con il Ptgm questi siano coinvolti ed attori. Non ultimo, c’è da rilevare che se un Piano generale territoriale metropolitano è dotato di un buon tasso di condivisione è molto più facile da attuare”.

 


Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

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