INUCOMUNICA

Il Piano territoriale metropolitano di Milano, obiettivi e innovazioni. Parla Laura Pogliani

09/02/2023

La Città Metropolitana di Milano ha approvato nell’ottobre del 2021 il suo Piano territoriale metropolitano, l’unica sinora assieme a quella di Bologna. Laura Pogliani, vicepresidente della sezione Lombardia dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e componente del Consiglio direttivo nazionale, può illustrare e spiegare i contenuti e obiettivi dello strumento: se ne è occupata in prima persona, nell’ambito di un'attività di ricerca del DAStU (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani) del Politecnico di Milano, che ha coordinato assieme ad Andrea Arcidiacono. Ricorda che il Ptm è “uno strumento di pianificazione delle Città Metropolitane, sostituisce il Piano territoriale di coordinamento provinciale. Il nostro gruppo di ricerca è stato coinvolto nella fase successiva a quella della redazione. Abbiamo lavorato sulla messa in opera delle politiche metropolitane, quel complesso di attività e dispositivi che dispongono interventi sul territorio come la realizzazione delle infrastrutture, la tutela ambientale, l'attivazione indiretta di soggetti come i Comuni e i privati. Abbiamo riorganizzato e finalizzato indicatori di sostenibilità, in parte elaborandoli ex novo e in parte raccogliendoli dal Ptm stesso, necessari a valutare nel tempo le performance del Piano territoriale metropolitano proprio relativamente all’implementazione delle politiche metropolitane e all’operato dei singoli Comuni”.

In generale un’importante innovazione del Ptm di Milano è l’introduzione delle “Strategie Tematico Territoriali Metropolitane”. Sono tre, focalizzate su obiettivi e campi specifici: quella per “la sostenibilità, le emergenze ambientali e la rigenerazione”; la seconda “per la coesione sociale, i servizi sovracomunali e metropolitani”; e infine la terza “per l’innovazione degli spazi della produzione, dei servizi e della distribuzione”.

Molto forte, spiega la vicepresidente di INU Lombardia, come si evince dalla prima delle tre Strategie, è l’aspetto green, visto che “il piano territoriale è fortemente condizionato dagli obiettivi di raggiungimento di una migliore qualità ambientale. Tra i principi fondativi due riguardano direttamente temi connessi: la tutela delle risorse non rinnovabili e quella del patrimonio paesistico e ambientale. Ci tengo poi a sottolineare l’importanza attribuita alla garanzia dell’equità territoriale, un obiettivo che Milano aveva già nel suo piano provinciale e sul quale da tempo è impegnata Bologna. Si tratta di lavorare per rendere concreta la perequazione territoriale, ovvero dare migliori opportunità di sviluppo anche alle aree più deboli, in un'ottica di coesione”. 

Pogliani mette poi in luce altri aspetti di interesse. Il tema della “mobilità sostenibile è affrontato con particolare attenzione ai luoghi urbani metropolitani, di fatto alcune delle stazioni del Sistema Ferroviario metropolitano. La logica sottesa è investire attenzione su alcune di queste per renderle luoghi più attrattivi e più accessibili, per garantire cioè la realizzazione di uno degli obiettivi che è quello della città policentrica. Per questo il piano lavora sull’individuazione di percorsi per ottenere finanziamenti volti al potenziamento di questi nodi”.

Attenzione, prosegue la vicepresidente di INU Lombardia, è poi rivolta dal Ptm “alla questione del lavoro e in particolare dei luoghi della produzione. L’accento è posto sulla questione logistica. Si punta a costruire politiche di forte selezione e coordinamento delle proposte di poli di logistica che vengono di volta in volta avanzate e a ridurne l'impatto ambientale”.

L’ultima questione è di carattere generale. Apprendendo delle potenzialità e dell’importanza dello strumento dei Piani territoriali metropolitani viene da chiedersi come mai solo due Città su quattordici siano giunte all’approvazione, peraltro prevista dalla legge. Pogliani a questo proposito fa notare che “l’istituzione metropolitana, essendo di secondo livello, è scarsamente considerata da amministratori e cittadini. Questo status produce e si riflette nella debolezza dell’ente, che generalmente dispone di poche risorse sia economiche che dal punto di vista del personale e delle competenze. Ecco quindi che portare a compimento il percorso dei Ptm diventa complicato, sia per ragioni di volontà politica che di effettive possibilità tecniche”. Un’evidente miopia visto che il livello di governo delle Città Metropolitane “risulta fondamentale dal punto di vista della pianificazione. Sempre più le trasformazioni territoriali e le questioni ambientali devono essere governate in una dimensione che non può essere limitata al singolo Comune”.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica