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Partecipazione e dialogo: gli ingredienti per rendere i Parchi opportunità per i territori

25/05/2022

Il Parco Nazionale del Vesuvio presenta tra le altre la particolarità delle dimensioni: risulta essere infatti, con i suoi 8400 ettari circa, tra i più piccoli. E’ stato istituito nel 1995 e vanta, spiega il già presidente ora commissario (a oggi sono sei gli anni di gestione) Agostino Casillo, una notevole biodiversità e varietà di paesaggi. “L’attività del vulcano – sottolinea Casillo – distrugge e allo stesso tempo crea nuova vita”.

Il commissario del Parco Nazionale del Vesuvio concorda sulla considerazione che nella fase innescata dalla pandemia le aree protette del nostro Paese godono di una nuova attenzione, non concentrata esclusivamente sulla protezione della natura anche se “la doppia mission, ovvero la tutela della biodiversità da coniugare con lo sviluppo delle comunità locali, era già chiara ed esplicitata nel testo della legge 394 del 1991. Quello che sta cambiando è forse l’approccio, che all’inizio era molto più conservativo in quanto veniva da quello dei decenni precedenti, quando istituire un Parco era un po’ come mettere l’argenteria al sicuro dai rischi e dagli scompensi di uno sviluppo industriale piuttosto diffuso. Oggi si afferma la visione che lo sviluppo o è green o semplicemente non è: perciò si è scoperto che i Parchi si trovano per così dire in vantaggio”.

L’ambizione è quella di realizzare attività economiche sostenibili, un obiettivo che secondo Casillo i Parchi possono aiutare a raggiungere “collaborando. I Parchi sono tipicamente dell’uomo, dobbiamo sempre partire da questa consapevolezza. Per essere dei laboratori di sviluppo sostenibile devono aprirsi al dialogo con le comunità locali e con gli stakeholder, devono sapere orientare l’azione degli operatori verso attività di impresa che siano fondate sulla sostenibilità. Posso portare qualche esempio di quello che abbiamo realizzato al Parco del Vesuvio, come l’approvazione della carta europea del turismo sostenibile, o il confronto costante con i consorzi di tutela che si è tradotto nella predisposizione di progetti che incentivano le pratiche agricole sostenibili”.

La dimensione della pianificazione è fondamentale: “Anche qui occorre naturalmente coinvolgere la comunità locale. Il mio lavoro ha puntato molto sul rapporto con il territorio. Il Parco era visto come una sorta di sovrintendenza che diceva solo no. Attraverso la realizzazione di progetti come la nuova sentieristica e lo sviluppo dell’attività naturalistica abbiamo dimostrato che l’esistenza del Parco può essere un’opportunità, a patto ovviamente di rispettarne le regole”. 

In un’ottica generale sugli strumenti a disposizione Casillo ritiene che sia stato un errore il fallimento del confronto per una revisione della legge 394: “Nel 1991 era perfetta ma occorreva, e occorre, un tagliando. Vanno snellite alcune procedure per rendere i Parchi più forti dal punto di vista operativo e indipendenti rispetto ad alcuni vincoli. E’ da sposare la proposta di consentire ad essi di lavorare per budget, in modo da dare ad essi maggiore autonomia fermi restando i necessari controlli”.

Sul dibattito sulla necessità di aumentare il ritmo di installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, fa notare che “l’obiettivo che ci pongono Unione europea e Piano energetico nazionale è quello di ridurre le emissioni, che sono la principale causa dei cambiamenti climatici. Allo stesso tempo le nostre società hanno bisogno di energia e quindi non possiamo non porci la questione della sua provenienza. Le due esigenze non possono che essere soddisfatte con lo sviluppo delle rinnovabili, non ha senso preoccuparsi in modo eccessivo del paesaggio se poi si lascia intatto il rischio che questo venga distrutto dagli eventi estremi. Sono contento che il governo stia lavorando e abbia già introdotto alcune semplificazioni dei percorsi di autorizzazione. Andrei ad identificare le aree dove gli impianti possono e non possono stare. Ma una volta stabilito poi questi vanno realizzati con rapidità”.

 

 Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica