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Il presidente di ASSURB: “Legge di principi necessaria, centrale la competenza del pianificatore”

21/09/2022

Il tema principale del XXXI Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che si svolgerà a Bologna dal 17 al 19 novembre prossimi, sarà la proposta di una nuova legge di principi del governo del territorio. Markus Hedorfer (in apertura nella foto di Julian Hills), presidente di ASSURB, l’associazione che rappresenta gli interessi professionali degli urbanisti, dà una lettura positiva dell’iniziativa: “Il provvedimento è necessario, siamo in ritardo di almeno cinquant’anni. Ho letto la nota del segretario generale dell’INU Moccia e mi sembra che si vada nella direzione giusta, sono presenti quelli che anche noi riteniamo punti nodali. Ci terrei a sottolineare un elemento, che mi sembra sia presente nel Manifesto di INU Lombardia: la centralità della competenza. L’attività professionale che nel nostro Paese è basata sul sistema ordinistico e impone ad alcune professioni un certo tipo di regolamentazione dovrebbe riflettersi anche nelle leggi di riferimento: quella sul governo del territorio deve quindi considerare che per fare pianificazione ci vogliono pianificatori preparati. Occorre una concezione di professione che sia robusta e riconosciuta ufficialmente, oltre che nella società”.

A Hedorfer, che è anche vicepresidente dell’associazione europea di urbanisti e pianificatori ETCP-CEU, è naturale chiedere di un possibile modello estero di riferimento: “Per me è il Regno Unito, che lo ha sviluppato grazie a un percorso lungo decenni. L’ente di riferimento dei pianificatori, il Royal Town Planning Institute, conta oggi 24mila pianificatori residenti nel Regno Unito. E’ la comunità più grande in Europa. In Germania l’associazione equivalente arriva a circa a un terzo di questa quantità di iscritti. L’istituto britannico è riuscito a conseguire un’egemonia culturale, tanto che farne parte è diventato nel tempo una sorta di requisito implicito per svolgere attività professionale, pur non potendo contare su alcun obbligo di iscrizione. E’ l’opposto di quanto accade da noi, che cerchiamo sempre di mettere paletti e vincoli, ma nel caso di un mestiere come quello del pianificatore diventa complicato perché i confini sono sfumati: ci sono, per fare un esempio concreto, molti pianificatori che lavorano nell’ambito dei processi partecipativi che tendono a non iscriversi agli elenchi del CNAPPC. Ritengo che un percorso che punti all’obiettivo del riconoscimento sociale sia da preferire rispetto alla normazione precisa, scelta da noi”.

Di urbanistica nel nostro Paese c’è tuttavia bisogno. Basta guardare, per riferirsi al caso di cronaca più recente, alla tragedia delle Marche disastrate dalle alluvioni. Dice il presidente di ASSURB: “Manca spesso la capacità di pianificare correttamente, che non significa compilare strumenti, fare partecipazione o valutazioni ambientali in modo meccanico, burocratico. La pianificazione va fatta in modo serio da persone preparate. Su questo la politica ha molte colpe perché si ostina a non riconoscere la sua necessità. Poi ci sono anche altri problemi, penso in molti casi a come è impostata la preparazione universitaria. In molti atenei i piani di studio sono insufficienti, quando dovrebbero essere adeguati allo stato dell’arte della disciplina a livello europeo, internazionale, considerare in primissima battuta questioni come quella ambientale, l’adattamento climatico, capire come tradurle nella pratica. In molti casi, c’è da aggiungere, la nostra preparazione universitaria non è in grado di inquadrare questo importante passaggio dallo studio all’applicazione, mentre i neolaureati tedeschi o inglesi quando si affacciano sul mercato sono generalmente più attrezzati”.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica