INUCOMUNICA

Il Piano territoriale metropolitano di Napoli, sfida e dimensioni. Parla Giovanni Cafiero

14/02/2023

Dopo l’articolo dedicato a Milano, prosegue il ciclo sullo stato dell’arte dei percorsi dei Piani territoriali metropolitani. Quello della Città Metropolitana di Napoli è giunto il mese scorso all’approvazione del Progetto preliminare. Alcune domande al coordinatore del gruppo di lavoro, l’architetto Giovanni Cafiero, presidente di T.E.L.O.S. srl, società capofila del gruppo di supporto alla Città Metropolitana di Napoli per la redazione del PTM.

Che significato e valore ha il raggiungimento di questo step rispetto al percorso che porterà all’approvazione definitiva del PTM?

L’approvazione del Progetto Preliminare del PTM rappresenta un passaggio di grande rilievo: si definisce il quadro delle conoscenze, sono analizzati 6 macrotemi di riferimento per le future politiche, vengono enunciati 12 Obiettivi. I contenuti progettuali del Progetto preliminare sono sintetizzati in uno Schema Strategico e in linee di azione: un primo importante riferimento per la redazione finale del PTM. Il Progetto Preliminare entra ora in un processo partecipativo inedito: si tratta di costruire un punto di vista comune non contrapposto rispetto alle visioni locali, ma fondato su un processo di identificazione finalizzato a gestire al meglio e al livello adeguato, quello metropolitano, le sfide della transizione ecologica, del benessere e dello sviluppo. Non a caso ho proposto di inserire nel logo del PTM la frase “identità metropolitana”, che sintetizza il senso profondo della sfida per la vivibilità e la competitività di un sistema territoriale tanto complesso quanto ricco di risorse.

Quali peculiarità, caratteristiche, obiettivi è possibile mettere in luce sin da ora dello strumento costituito dal Ptm della Città Metropolitana di Napoli?

Il Piano è concepito come strumento innovativo legato alle nuove funzioni affidate alle Città Metropolitane: non solo coordinamento della pianificazione comunale, come i tradizionali piani provinciali, ma anche un piano che persegue una strategia di lungo periodo attraverso la selezione di invarianti e componenti strutturali, e sceglie nel dialogo con i Comuni e con gli altri enti competenti per la gestione del territorio alcuni progetti e linee di azione di rango sovracomunale. Abbiamo sintetizzato queste caratteristiche nel Progetto Preliminare parlando di un piano a 5 dimensioni: dimensione regolativa, dimensione strategica, dimensione cooperativa o collaborativa, dimensione progettuale. La quinta dimensione è il tempo: il tempo lungo della componente strutturale del piano e il tempo opportunità, il kairos della tradizione greca, che si esplica nella componente programmatica del PTM per le scelte da attuare nel breve-medio periodo. Oltre alle sfide della transizione ecologica e della sicurezza del territorio, di una mobilità sostenibile e del binomio produzione e ricerca, grande importanza è attribuita alla valorizzazione del patrimonio culturale, presente in grande ampiezza cronologica e spaziale in tutta l’area metropolitana.

Il Progetto preliminare è stato realizzato con il supporto scientifico per le analisi dei suoli del Crisp, Centro di Ricerca Interdipartimentale sulla “Earth Critical Zone” per il Supporto alla Gestione del Paesaggio e dell'Agroambiente dell’Università Federico II. Come si colloca questa collaborazione?

Ho fondato la Telos nel 2010 come realtà professionale multidisciplinare che dialoga e contribuisce a innovare le discipline del territorio. Il Crisp con il prof. Fabio Terribile ha coordinato un importante progetto di ricerca europeo denominato LANDSUPPORT sulla creazione di banche dati ambientali e territoriali a supporto della gestione del territorio. Confrontandoci abbiamo scritto una convenzione di collaborazione scientifica tra la TELOS e il CRISP essendo entrambi convinti dell’importanza di mettere a disposizione questo patrimonio di conoscenze per la Città Metropolitana di Napoli.

Ci sono parallelismi e richiami che si possono fare rispetto ad altri piani analoghi? Per esempio quelli di Bologna e Milano, le uniche sinora tra le 14 Città Metropolitane che sono giunte all’approvazione definitiva.

Il Piano di Bologna poggia su una consolidata tradizione di sussidiarietà verticale che va dalla Regione ai Comuni e aveva risolto molti dei problemi di coordinamento con il PTCP, che in alcune sue parti viene direttamente assorbito dentro il PTM. Questo gli consente di dedicare attenzione alle sfide del presente: dalla transizione ecologica all’attrazione di investimenti. Il Piano di Milano ha alle spalle una prestigiosa attività di pianificazione intercomunale che ha assorbito in un piano metropolitano organico con una solida impalcatura fatta di Strategie Tematico Territoriali Metropolitane e di una lettura del territorio per Sistemi. La Città Metropolitana di Napoli non dispone di un piano territoriale provinciale già approvato e ha oggi un’occasione importantissima per interpretare la dimensione metropolitana come la più idonea ad affrontare le grandi sfide del presente alla stregua delle altre grandi realtà metropolitane nazionali e internazionali.

Balza agli occhi che solo una parte ristretta delle Città Metropolitane abbia concluso l’iter di approvazione dei Ptm. Come spiega questa circostanza, secondo la sua esperienza e la sua competenza?

Nonostante la grande tradizione di studi, cui molto ha contribuito nel tempo la cultura riformista italiana, la legge 56 del 2014 che istituisce le Città Metropolitane  è nata sotto l’influsso di una spending review che non ha certo risposto in modo adeguato all’obiettivo di rafforzare le politiche sovracomunali in ambito provinciale e tantomeno ha risposto alle necessità poste dalle sfide ambientali e  della competizione globale tra aree metropolitane. Eredi delle corrispettive Province svuotate di personale e di risorse (ma non di funzioni), le Città Metropolitane debbono battere un colpo per rafforzare il loro ruolo istituzionale e la loro funzione essenziale di indirizzo e promozione di percorsi di sviluppo sovracomunale. Soprattutto a Napoli, il PTM rappresenta per questo una sfida di elevato valore simbolico e con una posta molto alta per il futuro.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

 

L'immagine dello Schema Strategico preliminare