INUCOMUNICA

L’INU protagonista in Sardegna della stagione di rinnovamento

27/11/2025

La recente elezione del nuovo Consiglio direttivo della sezione Sardegna dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e il rinnovo delle cariche, con la conferma del presidente Francesco Licheri, arrivano in una fase particolarmente delicata per il governo del territorio della regione.

Licheri sottolinea infatti che il dibattito che si è svolto nell’ambito del Congresso di INU Sardegna ha evidenziato come “ci troviamo in un momento nel quale, a fronte di un ritardo nell’adeguamento del compendio normativo delle leggi regionali in tema di governo del territorio, si assiste ad un superamento consolidato del ruolo del Piano come governo del territorio (deroghe, Piani casa, interventi da parte delle istituzioni statali). Allo stesso tempo si governa e si trasforma il territorio attraverso programmi di investimento, a valere su fondi regionali, statali ed europei, che spesso costringono all’adattamento di una dimensione pianificatoria costruita attraverso il concorso dei cittadini e il protagonismo dei livelli locali di governo”. Inoltre, prosegue Licheri, “la Sardegna sta vivendo una stagione nella quale sono all’attenzione proposte di modifica di leggi fondamentali per il governo del territorio. Non solo la legge urbanistica (l’attuale è datata 1989) che il governo regionale dovrebbe portare in discussione a breve, ma la riforma della legge statutaria che impatta in maniera determinante sui temi del governo del territorio, il completamento della riforma degli enti sub regionali con l’assegnazione di competenze e risorse, e di uno strumento che ha caratterizzato il dibattito e le vicende politiche e amministrative degli ultimi vent’anni in Sardegna, ovvero il piano paesaggistico regionale, la cui revisione con l’estensione dello stesso alle aree interne è il elaborazione dalla primavera scorsa”.

INU Sardegna si prefigge in questo contesto, dichiara il presidente, l’ambizione e l’obiettivo di “svolgere una funzione di ‘luogo’ di confronto, ricerca e proposta sul tema del Piano e del governo del territorio offrendo occasioni di dibattito, sviluppando percorsi di ricerca, offrendo il supporto alle amministrazioni locali, sub regionali e regionale nei loro percorsi di costruzione di apparati legislativi o strumenti di governo del territorio. Far questo, rispondere agli indirizzi e agli obiettivi emersi dal dibattito congressuale, presuppone un ripensamento delle attività e dell’organizzazione della sezione stessa, operando un coinvolgimento maggiore di nuovi aderenti e, in particolare, delle comunità (docenti, ricercatori, studenti) delle Università della Sardegna, del mondo delle professioni, non solo quelle tecniche, e delle autonomie locali, Comuni e Unioni dei Comuni, ma con un’attenzione al nuovo ruolo che il percorso di riforma degli enti sub regionali ha determinato per le Province. In generale INU Sardegna deve costruire occasioni di confronto avvicinando i cittadini al dibattito sulla riforma delle importanti leggi e strumenti per il governo del territorio. Non da solo ma insieme altri soggetti presenti nello scenario regionale, l’ANCI, l’UNCEM, le organizzazioni professionali, le associazioni di volontariato. Questo a supporto dei legislatori e del governo regionale che sono chiamati a realizzare riforme e strumenti per la Sardegna dei prossimi anni”.

Catalizza l’attenzione anche la questione della normativa per l’individuazione delle aree idonee per la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile. Il governo ha di recente emanato una nuova normativa, suscitando le proteste della presidente della Regione Alessandra Todde. Per Licheri “il tema delle aree idonee e, più in generale, del ruolo e delle azioni che altri soggetti istituzionali della Repubblica svolgono su temi che impattano, spesso in maniera irreversibile, sul territorio della Sardegna, è sentito non solo dalle rappresentanze politiche e istituzionali della nostra regione ma è stato al centro del dibattito pubblico degli ultimi anni. E’ una questione, quella del rapporto tra la transizione ecologica, il delicato equilibrio naturale e ambientale del territorio, con il suo patrimonio culturale e identitario millenario, l’economia e i programmi per il presente e per il futuro della Sardegna e delle sue comunità, che non può essere gestita con un approccio derogatorio, che supera tutte le competenze non solo della Regione autonoma della Sardegna, la cui specialità è riconosciuta dalla Carta costituzionale, ma anche di legislazioni importanti come il Codice dei beni culturali. Questo a fronte di un lavoro concretizzatosi con una legge regionale che individua, appunto, le aree idonee dove ubicare impianti per le produzioni di energie rinnovabili, in considerazione della situazione specifica del territorio della Sardegna. Con le prime simulazioni dell’applicazione del decreto legge che rimandano a scenari distopici per un territorio di qualità, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Ma l’attenzione a questo tema e a questo decreto non riguarda soltanto la Sardegna: è comune con la preoccupazione delle altre Regioni italiane per questa direzione, intrapresa dal governo italiano. Su questo è importante rimandare alla recente dibattito sviluppatosi all’interno delle sessioni di Urbanpromo, nelle quali, oltre ai contributi portati dai rappresentanti della sezione Sardegna dell’INU, ci sono stati interventi e relazioni di altre sezioni regionali, come la Toscana ad esempio, che hanno manifestato preoccupazione per un divenire che non solo minaccia l’integrità e la qualità del territorio, ma ha un portato intrinseco comune con il superamento (o il declassamento) del Piano come atto importante per il governo del territorio. Infatti, per concludere, il modo di procedere in questo caso è simile a tanti altri atti, legislazioni, piani di erogazioni di risorse, che, nei fatti, dichiarano superabili i limiti, le salvaguardie e i percorsi di sviluppo e tutela previste dai Piani”.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

sardegna pianificazione