La Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie ha recentemente approvato la sua relazione "intermedia". Ce ne parla il presidente, Alessandro Battilocchio, che sottolinea che il via libera è arrivato all’unanimità, e che rappresenta “un passaggio importante nel lavoro di approfondimento, proposta e presenza che stiamo portando avanti sin dal nostro insediamento nel luglio 2023. Una mole davvero considerevole di attività che ha visto una stretta interazione, nella fase di ricerca, analisi e raccolta dati, con le istituzioni: ben 11 ministri sono stati auditi, rappresentanti degli enti locali, esponenti del mondo accademico, vertici delle forze dell’ordine e di polizia, referenti del terzo settore, dell’ambito delle parrocchie e di tutte quelle realtà di frontiera che ogni giorno hanno a che fare con aree di criticità e disagio”.
La relazione affronta e avanza proposte e priorità di intervento su ambiti come la rigenerazione urbana, la questione abitativa, la sicurezza e il degrado sociale, le politiche sociali. Secondo la Commissione in particolare la rigenerazione urbana “va vista non solo come riqualificazione fisica degli spazi, ma come un processo complesso che intreccia sostenibilità ambientale, integrazione sociale e innovazione economica”.
Battilocchio racconta: “Abbiamo toccato con mano (soprattutto nei sopralluoghi esterni) che la stessa concezione generale di ‘periferia’ si è andata profondamente trasformando nel tempo: oggi possiamo certamente affermare che il concetto di ‘periferia’ è svincolato da paramenti ‘geografici’, di ‘distanza dal centro’: molto spesso le aree di degrado e di maggiore vulnerabilità sono ubicate proprio nelle aree centrali delle nostre grandi città. E’ oggettivamente in corso un’azione molto forte di riqualificazione e recupero per mano delle istituzioni, anche grazie a ingenti risorse messe a disposizione: il PNRR (con i relativi Piani Urbani Integrati), i progetti del Fondo complementare nazionale, i programmi PINQUA, il PN Metro Plus rappresentano un’occasione per un cambiamento profondo. Abbiamo già visitato ufficialmente 12 città metropolitane su 14, incontrando sindaci e amministratori per fare il punto: si stanno impostando e realizzando, da nord a sud, progettualità di grande qualità che incideranno in maniera determinante sulla vivibilità delle nostre aree urbane. Ma non ci siamo limitati all’analisi astratta in questi mesi. Ben 25 missioni sul campo in quartieri, sobborghi, rioni per tanti, troppi anni tralasciati dall’azione delle istituzioni: abbiamo sentito la responsabilità di rappresentare lo Stato in situazioni nelle quali, a causa di errori, assenza o lassismo, intere zone sono diventate terra di nessuno, ‘non luoghi’ per dirla con il sociologo francese Marc Augé. Va preso atto, con soddisfazione, che le periferie sono oggi tra i temi principali del dibattito e dell’agenda politica del Paese”.
Nella relazione sono infatti anche ricapitolate le linee di finanziamento a beneficio delle periferie.
Il presidente della Commissione conclude: “Il compito che abbiamo, ognuno per il suo ambito di competenza, è quello dare continuità a questa attenzione e, soprattutto, sostenibilità ai progetti e ai percorsi di cambiamento. Questo passa attraverso politiche urbanistiche e scelte tecniche adeguate e, al contempo, attraverso il coinvolgimento proattivo e inclusivo delle comunità locali. Abbiamo nella relazione individuato alcuni temi da approfondire nei prossimi due anni anche al fine di proseguire con la redazione di atti e proposte legislative in tema. Questo lavoro va rafforzato, ampliato, consolidato e poi messo a disposizione del Parlamento. Siamo ovviamente molto grati a chi vorrà contribuire in questa fase in cui, nel tentativo di recuperare un imperdonabile gap, si sta operando per rimettere le periferie al centro”.
Si legge nella relazione che “le soluzioni per le periferie devono puntare su un approccio integrato, che combini interventi strutturali e misure di inclusione sociale per ridurre il divario con i centri cittadini e per creare nuove opportunità di crescita e sviluppo. L’obiettivo finale è quello di trasformare le periferie in luoghi più sicuri, vivibili e inclusivi, in cui il degrado e l’esclusione sociale possano lasciare spazio a nuovi modelli di comunità e di partecipazione. Questo processo richiede la conoscenza approfondita degli interventi messi in atto nei territori e delle soluzioni più efficaci adottate in relazione a ciascuno dei profili che caratterizzano il degrado delle aree periferiche. A tale riguardo potrebbe essere assai utile implementare una ‘piattaforma di condivisione’ di quelle che emergono, sulla base di indicatori condivisi e di processi di valutazione trasparenti e standardizzati, come le migliori esperienze locali, da rendere disponibili sia ai decisori pubblici, sia ai soggetti del Terzo settore, con l’obiettivo di assicurare maggiore efficacia agli interventi e finalizzare al meglio le risorse a disposizione”.
Il lavoro della Commissione periferie prosegue, con il metodo dello studio dei problemi e l’approfondimento anche attraverso audizioni e ricognizioni sul campo. Rimane l’obiettivo di mettere a punto proposte di interventi normativi da sottoporre al Parlamento.
Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica