INUCOMUNICA

Pianificazione, il ruolo degli istituti di cultura. Il confronto alla conferenza AESOP

12/07/2025

Quale ruolo dovrebbero svolgere il Royal Town Planning Institute (RTPI) e gli altri istituti professionali e di cultura nel definire e rispondere all'emergente agenda europea di ricerca sulla pianificazione?

Questa la discussione organizzata da Daniel Slade, dirigente del settore Pratiche e ricerca dall’Istituto nazionale di pianificazione inglese RTPI nell’ambito della conferenza europea delle scuole di pianificazione (Association of European Schools of Planning - AESOP) che si è svolta questa settimana a Istanbul presso la Yildiz Technical University.

L’incontro si è tenuto giovedì 10 luglio e ha visto la partecipazione della presidente dell’AESOP Maria Håkansson, del rappresentante di AESOP nella rete globale GPEAN (Global Planning Education Association Network) Paolo Silva, della referente della American Planning Association Petra Hurtado, di Paul Barton, referente dell’Istituto di urbanistica australiano (Planning Institute of Australia - PIA) e di Valeria Lingua, Segretario dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.

Per rispondere a questa domanda, gli istituti nazionali e internazionali hanno presentato le loro attività di promozione delle attività professionali e del dibattito sulla pianificazione, nonché le attività di ricerca, di supporto alla ricerca e di pubblicazione dei risultati del dibattito e delle pratiche.

Le situazioni nazionali, pur differenziate, richiedono sicuramente un ruolo di lobbing e di advocacy per promuovere i temi emergenti della pianificazione e della ricerca, con una attenzione alle grandi sfide del cambiamento climatico e della necessità di garantire il benessere individuale e collettivo nelle città e nei territori.

I professionisti di domani devono essere in grado non di fornire soluzioni, ma di capire i problemi e coinvolgere le comunità nella definizione di soluzioni che siano pertinenti rispetto ai contesti e alle necessità delle comunità.

Questo implica, da un lato, di non rincorrere le tematiche definite dall’agenda europea per attrarre possibili finanziamenti, ma al contrario di adottare strategie e progetti che rispondano in modo sostenibile alle esigenze della città, che trovano nei finanziamenti europei operatività.

Dall’altro lato, le associazioni nazionali di professionisti e accademici possono svolgere un ruolo di guida e orientamento del processo decisionale: sia a livello locale, dove diventa importante promuovere il lavoro con le comunità, sperimentando modalità alternative di intervento nella città; sia a livello nazionale, dove la voce degli istituti nazionali è stata nel tempo significativa nell’orientare il dibattito, anche a livello normativo, e oggi sconta la crisi della politica a tutti i livelli.

Infine, è emersa la necessità di superare il divario tra ricerca e politica nella pianificazione: nel secolo scorso la ricerca era ritenuta al servizio della politica, per provvedere soluzioni ai problemi dati.

Oggi la ricerca fornisce percorsi possibili e differenziati, non può essere intesa come verità assoluta e inconfutabile; quindi, non ci si aspetta più che le ricerche siano utilizzate per legittimare il fare urbanistico e la formazione ha il compito di riflettere sul ruolo del pianificatore e sul fare urbanistica.

Per le associazioni come RTPI, INU, APA, PIA, questo significa anche orientare la ricerca sulle pratiche di pianificazione: che cosa fanno i pianificatori in termini di pratiche? Come mettono a terra nei piani e nel fare urbanistico delle pratiche istituzionali e professionali i temi dell’agenda urbana europea e, in generale, gli obiettivi di sostenibilità globali?

Queste le sfide per gli istituti nazionali di urbanistica dei prossimi anni: l’appuntamento per un aggiornamento è alla prossima conferenza globale GPEAN-AESOP, che si terrà a Helsinki dal 29 giugno al 3 luglio 2026.

pianificazione aesop