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La sentenza choc dell’Aquila, parla la madre di Ilaria Rambaldi: “Appello scelta morale. Impegno dell’associazione maggiore di prima”

19/10/2022

Ha destato scalpore e scandalo la sentenza civile del Tribunale dell’Aquila, in una causa di risarcimento intentata a seguito del crollo di una palazzina nella notte del terremoto nel capoluogo abruzzese, tra il 5 e il 6 aprile 2009. Ai familiari di alcune delle 27 vittime di quell’evento è stato riconosciuto un risarcimento ma ridotto dalla “condotta incauta” che sarebbe stata costituita dalla decisione di trattenersi a dormire in casa nonostante la scossa devastante fosse stata preceduta da altre. Il comportamento, secondo la giudice Monica Croci, equivale al trenta per cento di responsabilità delle vittime per la loro stessa morte.

Ilaria Rambaldi, studentessa di Ingegneria, è rimasta uccisa proprio nel crollo della palazzina di via Campo di Fossa. E’ dal suo caso, unito a quello di altre quattro vittime, che ha avuto origine la sentenza che la madre di Ilaria, Maria Grazia Piccinini (nella foto in apertura), avvocato, definisce “scandalosa. Ilaria quella notte tenne un comportamento prudente, conseguente a ciò che le era stato detto. Va ricordato che gli abitanti in quei giorni vennero rassicurati dalle istituzioni, dalla Commissione Grandi Rischi, i cui membri sostennero che fosse fatto positivo che lo sciame delle scosse si manifestasse ripetutamente, visto che così il sisma stava scaricando la sua energia e i rischi sarebbero stati minori. Ilaria e gli altri erano persino sollevati dalla convivenza con le scosse”.

A livello giuridico la sentenza è tanto più criticabile, spiega Piccinini, “perché in tutte le altre redatte da questa giudice (compresa in una che riguarda una ragazza che nello stesso palazzo tenne un comportamento analogo a quello di Ilaria) le rassicurazioni sono state considerate, ma in questa stranamente no, tanto da tracciare una forma di responsabilità: dopo due scosse di avvertimento bisognava andare fuori, non rimanere in casa. Se poi si considera anche il contesto, che parla di una situazione di una città in cui le scosse si ripetevano persino da settimane, si capisce l’assurdità di ipotizzare una scelta del genere. Seguendo il ragionamento, la popolazione avrebbe dovuto abbandonare L’Aquila. Nel processo contro la Commissione Grandi Rischi sono stati dal resto ascoltati trecento testimoni, e tutti hanno detto la stessa cosa, riguardo alle rassicurazioni”. L’avvocato conferma l’intenzione di fare appello: “La verità va ristabilita, è diventata una questione morale”.

Dopo il caso della sentenza, Piccinini ritiene ancora più importante l’impegno nell’associazione che porta il nome di Ilaria, tra le cui attività figura anche il Premio attraverso cui, con il supporto scientifico dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, si valorizza il merito delle giovani laureate in Ingegneria Edile, Ingegneria Edile-Architettura, Ingegneria Civile, Architettura e Pianificazione, e si attivano nuove sinergie con le istituzioni pubbliche e private, nelle tematiche della sicurezza e prevenzione. “Non solo confermare il lavoro, ma rafforzarlo”, dice. “Proprio in questi giorni mi ha scritto una persona che non conoscevo chiedendoci di occuparci, oltre alle tematiche che trattiamo da tempo che riguardano la prevenzione e la sicurezza del territorio e del costruito, dei casi di malagiustizia. Ci stiamo riflettendo, ma ritengo che non sarebbe fuori luogo”.

Tra le iniziative dell’associazione Ilaria Rambaldi c’è stata anche l’offerta del progetto di un Parco che ricordasse le vittime del terremoto del 2009, proprio nell’area di via Campo di Fossa. Il Parco della Memoria è stato realizzato e recentemente inaugurato, ma sulla base di un altro progetto. Si è scelto in particolare contrariamente alle richieste dell’associazione di ricostruire la palazzina crollata.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

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