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I giovani progettisti disegnano le città post – Covid

29/01/2021

Sono molto indicativi gli esiti appena resi noti del concorso “Un-locking cities” indetto a settembre scorso dal DIDA - Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze (Dottorato in Sostenibilità e innovazione per il Progetto dell’Ambiente costruito e del sistema prodotto), con il patrocinio del Comune di Firenze e lo sponsor del dID - Distretto di Interni e Design. Indicativi di un grande interesse e fermento attorno al ruolo e alle potenzialità delle città nello scenario post – pandemico e di un approccio, quello dei giovani progettisti, che misurandosi con la fase di cambiamento ribalta idee e schemi consolidati.

Obiettivo del concorso, rivolto a studenti e neolaureati dei corsi di laurea delle scuole o facoltà di Architettura, era quello di disegnare la città post - Covid immaginando nuovi scenari per l’abitare, l’apprendimento, la mobilità, la prossimità e le nature urbane. Sono state ben 82 le proposte arrivate per un totale di 183 partecipanti dall’Italia e dall’estero (Spagna, Germania, Albania, Francia, Romania, Argentina, Marocco, Perù, Cina). Sono stati selezionati 12 progetti, con un primo classificato vincitore e cinque menzioni speciali. La generale portata innovativa delle proposte si nota già dal progetto primo classificato, “Share your green” che, si legge, “consiste in un'applicazione per la condivisione di giardini o spazi all’aperto tra privati al fine di contrastare gli effetti psicologici negativi legati alla mancanza di spazi verdi, promuovere gesti di solidarietà e rapporti di buon vicinato, limitare il sovraffollamento di parchi e giardini pubblici nonché dare la possibilità ai privati ospitanti di incrementare la qualità delle proprie aree verdi mediante un sistema di incentivi e buoni sconto”.

Giuseppe De Luca, direttore del DIDA e membro effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, definisce l’iniziativa del concorso “un progetto rivolto ai ragazzi che stanno pensando al loro futuro, in un momento che è di svolta epocale. Il fatto che ci siano stati tanti partecipanti e da diversi Paesi dipende anche dal fatto che il lockdown è un’esperienza che sta accomunando tutti. E’ importante e significativo che i ragazzi abbiano dato prova di apertura accettando che i loro progetti venissero esposti in una gallery online, e che quindi le loro idee possano diventare di dominio pubblico, influenzare i decisori”. L’esame generale dei progetti ha trasmesso a De Luca l’idea che “questi ragazzi siano persino più avanti dei docenti, nel loro essere aperti e disincantati e nel non lasciarsi influenzare dalle teorie tradizionali”.

Riguardo alla tendenza dell’approccio, il direttore del DIDA individua nei giovani partecipanti quella di “misurarsi più che con l’oggetto architettonico con il contesto architettonico. Gli obiettivi sono di natura sociale con connotazione pluriforme, si lavora in funzione dell’urbanizzazione dell’architettura con una fortissima attenzione alla natura. Dieci anni fa, mi viene da dire, avrebbe forse prevalso la dimensione edilizia, ora si cercano nuovi spazi relazionali nell’ambito di un contesto attento alla natura. La stessa dimensione urbanistica viene utilizzata nel senso di costruzione di pezzi di città, o letta come funzione generale di riferimento”.

La gallery online è stata progettata e realizzata dal Laboratorio Comunicazione del DIDA. 

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

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