INUCOMUNICA

Contro la pandemia delle idee: riflessioni a margine del blog INU

30/06/2020

di Simone Ombuen (curatore del blog "Urbanistica al tempo del Covid-19")

Le modalità elaborative storiche che caratterizzano l’INU sono da sempre improntate a una più ampia riflessività di quanto non connoti altre formazioni culturali. Se non altro perché l’attenzione ai piani ed alle modalità incrementali e cumulative che caratterizzano le trasformazioni urbane e territoriali porta con sé una prospettiva di più ampio respiro, meno legata alla contingenza della maggior parte delle singole vicende.

Questo approccio tuttavia non è applicabile agli eventi che esprimono una portata epocale, come la grave crisi globale prodottasi con il Covid-19, ancora ben lungi dall’essersi risolta sul piano sanitario e che ora va profilando gravi e crescenti conseguenze sul piano economico e sociale. Specie per un paese come l’Italia, privo di materie prime e di campioni industriali e quindi fortemente dipendente dalla congiuntura internazionale per la sua economia.

L’attivazione di un blog, resa semplice nel quadro del rinnovo della presenza web dell’Istituto, ha voluto dare una prima risposta a tale esigenza di rapidità e immediatezza, senza necessariamente impegnare ufficialmente l’INU in una fase ancora gravida di pesanti incertezze. Quello del rapporto con le differenti velocità dell’informazione e dell’elaborazione è un tema ricorrente, che portò l’INU con Eddy Salzano a fondare Urbanistica Informazioni, rivista bimestrale una volta di prima reazione, oggi divenuta rivista di riflessione a causa della forte accelerazione impressa a tutti i media dalla nascita della società in rete (Castells) e dallo sviluppo dell’infosfera (Floridi).

I contributi selezionati e riportati nel blog si dividono in tre grandi categorie: quelli prodotti nell’ambito dell’INU, quelli prodotti all’esterno dell’INU ma su tematiche attinenti alla sua ragione sociale (territorio, urbanistica e pianificazione, ambiente, sostenibilità, governo locale, programmazione socioeconomica), e quelli più generali relativi ad aspetti di scenario globale, di ordine economico, sociale ed ambientale.

Tale raccolta di contributi alcune prime utilità le ha già espresse, sia segnalando l’attenzione che l’INU pone alle questioni connesse alla pandemia globale, sia più direttamente supportando la redazione di un primo documento che la Giunta esecutiva ha prodotto e sottoposto alla valutazione del Consiglio direttivo nazionale, e che poi è stato utilizzato mediante una apposita campagna informativa per posizionare l’INU nel dibattito pubblico italiano. Alcuni dei contributi raccolti sono stati poi segnalati all’interno della newsletter settimanale oggi curata dal Segretario, Francesco Domenico Moccia.

Oggi, con un maggior lasso di tempo trascorso dall’esplosione del contagio, il blog va assumendo un ruolo diverso. Da un lato, oltre a singole reazioni velocemente espresse i materiali raccolti iniziano a documentare forme più strutturate di pensiero, con la presenza di numeri monografici di riviste, di instant-book o di rapporti di ricerca prodotti da istituzioni di rango nazionale e internazionale. Dall’altro, con il cambiamento di fase, si assiste all’avvio di attività di riflessione approfondita da parte delle strutture INU, communities nazionali e sezioni regionali, che possono trovare nel blog una repository aggiornata e strutturata attraverso parole chiave alla quale potersi rivolgere per acquisire materiali ed elaborazioni già valutate e filtrate sulla base di criteri di attendibilità e rilevanza, come è giusto che sia per ogni quadro conoscitivo che aspiri ad essere utile ed affidabile.

In particolare il fatto che il contagio a livello globale non solo non stia scemando, ma al contrario mostri ulteriori tendenze all’espansione e all’aggravamento, in particolare nelle Americhe e nei c.d. paesi in via di sviluppo, nonché con il riesplodere di focolai anche gravi nella stessa Cina, fa intuire che anche qualora venisse prodotto rapidamente un vaccino i tempi di superamento della crisi pandemica si misureranno in anni, non in mesi, e comunque la crisi lascerà segni importanti e indelebili nell’organizzazione sociale e produttiva di tutto il Mondo. La nuova normalità quindi semplicemente non si avvererà, ovvero diverrà evidente che la nuova normalità nella quale siamo già entrati non ha più gran parte dei tratti di stabilità e prevedibilità che segnarono il Novecento, e che erroneamente furono attribuiti anche alla prima fase della globalizzazione post guerra fredda, che invece a vederla da oggi già preparava il fenomeno di destabilizzazione globale. Molto più grave della pandemia, il riscaldamento globale, ed i pochi anni che ci restano prima del consolidamento irreversibile di trasformazioni ambientali già in corso, annunciano l’avvento di un’era dell’incertezza, nella quale solidarietà, sostenibilità ambientale e coesione sociale anziché virtù diverranno condizioni necessarie alla sopravvivenza ed al benessere delle società e delle loro forme insediative .

Questo non può che avere rilevanti effetti sulle modalità di governo delle trasformazioni insediative, oggi sempre meno frutto di deliberate scelte della società civile e del potere politico e sempre più forzati adattamenti ad una realtà nella quale il dominio della specie umana sul pianeta è messo in crisi dall’incapacità di antivedere le conseguenze dei comportamenti di massa dell’umanità stessa, ma soprattutto dall’incapacità di dare corso ad azioni di governo alla scala delle trasformazioni ecosistemiche in corso. Persino un’intera scuola di valutazioni ambientali, consueta a misurare e valutare le pressioni prodotte sull’ambiente dall’azione umana si trova superata da eventi nei quali i crescenti rischi chiedono di valutare le capacità di adattamento di città e territori sottoposte alle pressioni prodotte dalle trasformazioni ambientali sulla vita delle comunità insediate e sugli stessi ecosistemi che le ospitano. E, a ben vedere, le diverse forme di distanziamento sociale che sperimentiamo quotidianamente come misure di sicurezza dal contagio altro non sono che la plastica concretizzazione di quella “società del rischio” o “società individuale di massa” della quale Beck e Bauman ci parlano da un trentennio.

Così la pianificazione di cui avremo bisogno – e ne avremo sempre più bisogno – sarà molto diversa da quella che finora abbiamo praticato. Ma la approfondita riflessione critica sul rapporto mezzi-fini, e sul ruolo dell’interesse pubblico come garanzia del rispetto dei valori e delle condizioni di agibilità della libertà – persino della libertà di mercato – ha radici proprio nella cultura della pianificazione che si è sviluppata nel corso del Novecento e nell’ambito dei principi costituzionali che l’INU fece propri con la rifondazione olivettiana del 1949. Cultura, valori e principi che si proiettano al futuro come stelle polari e come fondamenti  indispensabili nella nuova era.

Considerazioni e riflessioni che trovano nei materiali organizzati sul blog dedicato all’Urbanistica ai tempi del Covid-19 importanti elementi di supporto, ed interessanti occasioni di approfondimento.