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Recovery Plan, la strada per la transizione ecologica delle nostre città. L'intervento del presidente INU all'evento AIAPP

26/03/2021

Indicazioni e priorità per fare in modo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza si trasformi nello strumento con cui fare avanzare le nostre città e i nostri territori sulla strada della qualità e della vivibilità. Michele Talia, presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, ha avuto l’opportunità di presentarle nel corso del suo intervento all’evento “Da Metropolis a Greentown: le città italiane protagoniste della transizione ecologica”, organizzato dall’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio (AIAPP). 

Talia ha sottolineato la centralità della rigenerazione urbana, su cui “si misura la capacità del nostro Paese di fare passi significativi in sede di attuazione del PNRR. C’è la possibilità di predisporre un’agenda urbana nazionale che l’INU richiede da molti anni, un documento che dovrebbe consentire la definizione delle priorità di intervento e, al tempo stesso, il riequilibrio del rapporto tra le politiche di bilancio e il governo del territorio. Il nostro Paese ha un’incapacità tradizionale a fare questo passo, ovvero a mettere in sintonia la programmazione della spesa pubblica e la predisposizione degli strumenti di pianificazione per utilizzare le risorse nel migliore dei modi”. 

Più in particolare il presidente dell’INU ha richiamato la necessità di “investimenti con cui dare concretezza alle politiche di rigenerazione urbana”. Un processo che è complesso per definizione. Talia ne ha tratteggiato le caratteristiche e gli obiettivi: “Occorre andare oltre il super-bonus per l’edilizia: la rigenerazione deve riuscire a ri-naturalizzare le aree libere delle nostre città, a ridisegnare in modo più complessivo le aree più densamente urbanizzate, mettendo in equilibrio i rischi del congestionamento e le opportunità offerte dalla prossimità. La rigenerazione urbana deve tenere assieme gli elementi che definiscono un cambiamento di paradigma nella città contemporanea, che dovrebbe mirare alla diffusione del telelavoro e della telemedicina, alla sburocratizzazione dei servizi pubblici, all’introduzione di nuove modalità di educazione a distanza. Bisogna ridefinire gli spazi chiusi e ridare un senso a quelli aperti, modificando il sistema della mobilità, introducendo quartieri a 30 chilometri, facendo in modo che le piste ciclabili offrano una concreta alternativa ai trasporti pubblici nelle nostre città”. 

Come ha spiegato il presidente dell’INU, il ricorso alle politiche integrate può rivelarsi decisivo; “c’è bisogno infatti di leggi e risorse, e di una qualità progettuale più elevata, in grado di tenere insieme fenomeni complessi e di trovare nelle amministrazioni pubbliche, anche in quelle centrali, soggetti che finalizzino l’attività di progetto e di studio alla soluzione di un problema di particolare difficoltà, quale ad esempio il cambiamento del sistema urbano in un’ottica di sostenibilità, ma senza rinunciare per questo alla sua fondamentale centralità, e alla valorizzazione delle risorse presenti nell’insediamento. Si tratta in altri termini di fare in modo che la città mantenga la sua capacità attrattiva migliorando le proprie prestazioni ambientali e urbanistiche anche in termini di benessere dei cittadini”. 

La seconda parte dell’intervento si è concentrata sulla semplificazione delle procedure di governo del territorio: “Si tratta di fare in modo che la transizione ecologica e quella digitale avvengano in modo integrato, e che quindi i Ministeri competenti lavorino in simbiosi. E c’è bisogno, poi, che il livello centrale, e quelli regionali e locali, riescano a trovare delle modalità di convivenza e di collaborazione il più possibili efficaci”. La strada per il presidente dell’INU non deve essere quella del “taglio radicale degli strumenti di pianificazione, che rischierebbe di indebolire il sistema delle tutele, che permettono alla pubblica amministrazione di tenere sotto controllo la domanda di equità e di efficienza che proviene dal territorio, e che ci consente di migliorare costantemente la qualità dei progetti e di realizzazione”. 

Alcuni interventi per Talia vanno condotti sul versante dell’innovazione degli strumenti decisionali: “Alle Conferenze dei servizi va attribuito un ruolo non solo istruttorio ma anche decisionale. Infine c’è il rischio che si determini un collo di bottiglia tra le risorse in arrivo dal PNRR e i piani urbanistici che potrebbero non essere in grado di dare concreta attuazione agli interventi in tempi rapidi. E’ utile pensare a strumenti più agili, a piani strategici che consentano di indirizzare le politiche pubbliche e di lavorare con meno affanno alla revisione della normativa vigente, che nel medio termine si renderà necessaria per garantire il rispetto di fondamentali principi di equità e di efficienza nel governo del territorio”. 

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica