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Procida capitale italiana della cultura 2022, vince l’apertura. Intervista al sindaco Ambrosino

22/01/2021

"Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee": con queste motivazioni, lette del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, Procida si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento di capitale italiana della cultura 2022. Lo ha deciso la giuria presieduta dal professor Stefano Baia Curioni. La candidatura di Procida ha avuto la meglio su quelle di Ancona, Bari, Cerveteri, L'Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania Lago Maggiore e Volterra.

Il sindaco Dino Ambrosino racconta di come questo percorso sia nato e cresciuto con gradualità, partito dalla constatazione di un “incremento negli ultimi anni del flusso di turisti. Per costruire una visione attorno a questa rinnovata attenzione abbiamo cominciato a pensare al progetto della candidatura, alla maniera migliore di presentarci all’esterno. Procida non è caratterizzata da un turismo che punta sugli attrattori e sulla movida, è molto diversa da Ischia, ha una vocazione diversa. La nostra isola è meta prescelta da un pubblico interessato ad altri elementi, riassumibili nel concetto e nell’idea di lentezza”.

L’idea ha acquisito la robustezza tecnica e professionale del dossier grazie alla collaborazione di Agostino Riitano, è lui, spiega il sindaco “che ci ha aiutato a rispondere ai parametri dettati dal Ministero dei Beni culturali”. Lo spirito è riassunto nello slogan particolarmente felice, “La cultura non isola”. Ambrosino lo illustra come un ribaltamento di prospettiva: “Può passare nel senso comune l’idea che essere isola sia una debolezza, che determini lontananza e distacco. La storia di Procida dimostra il contrario: è grazie al mare che la nostra comunità è riuscita a costruire legami con tutto il mondo. Il popolo di Procida è un popolo di naviganti, l’architettura mediterranea lo testimonia. Il mare ha prodotto cultura e cosmopolitismo. Si tratta di un messaggio che il dramma della pandemia ha rafforzato: nel momento in cui questa ci costringe a vivere separati, la cultura può creare unione e speranza”. Procida è coerentemente del resto stata la prima piccola isola nel nostro Paese ad aderire ai progetti Sprar di accoglienza dei migranti.

Il programma di eventi del progetto di candidatura discende “da questa visione di apertura, valorizza la musica e l’arte di tutto il Mediterraneo, l’inclusione e le contaminazioni. Porteremo avanti e promuoveremo la nostra idea di turismo lento, proporremo di godersi l’isola camminando. E’ un modello che in questa fase è particolarmente valido, vale per tutti i piccoli borghi d’Italia. Poi la partecipazione, a cominciare da quella della popolazione: in uno degli eventi in programma alcuni artisti sceglieranno personaggi dell’isola per costruire su di essi delle storie che saranno lette in pubblico. La popolazione sarà parte dell’evento sia perché lo ispirerà, sia perché sarà portata ad ascoltare le storie che la riguardano”. Il sindaco in conclusione sottolinea anche l’importanza degli attesi effetti benefici per promuovere interventi di rigenerazione urbana: “Penso innanzitutto a Palazzo d’Avalos, un carcere cinquecentesco sostanzialmente abbandonato. Negli anni abbiamo provato a valorizzarlo rendendolo teatro di piccoli eventi, ora avremo la possibilità di investire maggiori risorse. Ma penso anche alla possibilità di recuperare le piccole case storiche, sulle quali già da tempo l’attenzione dei cittadini era aumentata, stimolata dall’incremento del turismo”.



Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica