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Pianificazione e Province, una questione irrisolta

09/07/2021

Il primo luglio scorso si è tenuto il convegno di studio “La dimensione pertinente per la pianificazione di area vasta. Il ruolo della Provincia nell’evoluzione normativa” organizzato dalla Provincia di Chieti e finalizzato alla presentazione del Documento Programmatico di Indirizzo (DPI), di fatto un primo step della revisione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). L’incontro merita una segnalazione per le riflessioni condotte sul tema generale del ruolo della pianificazione provinciale.

Tra i relatori c’era Roberto Mascarucci, presidente della sezione Abruzzo e Molise dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che racconta come dai lavori sia emerso come “le Province nonostante il restringimento di responsabilità e risorse conservino ancora l’importante funzione di pianificazione territoriale, in particolare rispetto al controllo sulle attività dei Comuni. Il punto è che questo tipo di attività che rimane demandata alla Provincia va innovata. Se i PTCP si sono limitati finora a ragionare di vincoli e salvaguardia paesaggistica, oggi diventa opportuno che reclamino un ruolo più ampio, anche in riferimento alla funzione di ‘determinare gli indirizzi generali di assetto del territorio’ che è assegnata alle Province dal Testo Unico degli Enti Locali”.

Spiega Mascarucci: “La Provincia dovrebbe fare un piano di tipo strategico, coordinando così la definizione di una visione spaziale del territorio con le esigenze dello sviluppo. Occorre superare l’approccio ricognitivo del vincolo”. Inevitabile, parlando di poteri e responsabilità delle Province, fare riferimento al travagliato percorso istituzionale che ne ha sancito tra le altre cose la trasformazione in enti di secondo livello. Un percorso che molti invitano a riconsiderare. Il presidente di INU Abruzzo e Molise è tra questi, e in generale nel convegno del primo luglio la posizione è emersa con nettezza, in particolare dalla relazione del giurista Guido Meloni, che ha fatto parte di una Commissione al tempo del secondo governo Conte che ha esaminato proprio le opportunità di riforme istituzionali. “Il ripensamento – sottolinea Mascarucci – andrebbe fatto anche perché occorre riportare all’attenzione l’importanza di valorizzare la dimensione intermedia dello sviluppo, che fa da cardine tra i Comuni e la Regione di riferimento. Dal punto di vista tecnico ritengo che non sia necessario che la dimensione pertinente della pianificazione coincida con la dimensione dell’ente. Il piano della Provincia di Chieti propone ad esempio l’attuazione delle scelte attraverso tre aree programmatiche”.

Accanto del discorso sulle Province c’è quello sulle Città metropolitane, per il presidente di INU Abruzzo e Molise “anche questo tema va riconsiderato. Non può essere automatico trasferire alla ex Provincia le funzioni di pianificazione metropolitana, come stabilisce al momento il legislatore. In alcuni casi nascono difficoltà perché sono troppo piccole, in altri troppo estese”. L’incontro è stato anche l’occasione per un approfondimento sulle relazioni tra la pianificazione, la programmazione, e le opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel caso della Provincia di Chieti, la coincidenza temporale dei due processi ha fatto sì che le proposte di nuove opere sul territorio fossero coerenti con la visione, la pianificazione, la revisione degli assetti.

Al convegno è intervenuto anche Pierluigi Properzi, responsabile scientifico del Rapporto dal Territorio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Properzi ha seguito il processo del PTCP dell’Aquila, e ha sottolineato l’importanza della costruzione di quadri conoscitivi a base unica per le diverse forme di pianificazione: paesaggistica, ambientale e territoriale.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica