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Per i Parchi c’è un nuovo sguardo da valorizzare

01/06/2022

La ricchezza e il pregio del territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi è facilmente desumibile dal fatto che è interamente patrimonio Unesco. E’ l’unico Parco nazionale del Veneto e comprende 15 comuni e 5 Unioni montane. E’ stato istituito nel 1993. Tra le particolarità il presidente, Ennio Vigne, segnala alcuni quadranti rilevanti per quanto riguarda la flora e, nell’ambito faunistico, il recente ritorno del lupo.

In generale, come per tutte le altre protette del Paese, è al centro di una nuova considerazione. Il presidente la registra così: “Il cambio di visione nei nostri confronti è evidente, da qualche tempo le tematiche che riguardano la vita dei Parchi, i loro obiettivi, sono maggiormente al centro dell’attenzione. C’è una condivisione maggiore da parte dell'opinione pubblica tanto da essere diventate questioni che hanno acquisito un livello di priorità di rango nazionale. Basti pensare alla crisi energetica: sulle soluzioni di cui si discute i Parchi stanno lavorando da sempre. In un certo senso possiamo dire di esserci ritrovati avvantaggiati, tanto da poter rappresentare una sorta di laboratorio in cui provare e sperimentare, per poi esportare nei territori non protetti”.

Le aree protette sono state in passato automaticamente accostate alle limitazioni dettate dai vincoli. Anche in questo caso “prevale un approccio in cui questo tema torna meno. In parte le nuove esigenze, in parte una certa evoluzione della normativa hanno fatto sì che non fosse più preponderante”.

In generale, parlando di norme, Vigne ritiene come gli altri suoi colleghi intervistati che “i principi della legge 394 del 1991 restano validi ma è necessaria una revisione più profonda degli interventi spot che sono stati fatti. Mancano alcune importanti semplificazioni. La legge deve adattarsi a condizioni socioeconomiche che sono molto diverse da quelle che furono, oltre trent’anni fa, il contesto della sua approvazione. Una riforma, con il concorso delle autonomie locali, è da auspicare”. Elenca alcuni interventi necessari: “Da parte nostra segnaliamo il tema delle riserve naturali: la legge prevedeva che la loro gestione passasse interamente ai Parchi, ma nel nostro territorio in molti casi non è avvenuto. Poi andrebbero aggiustati alcuni nodi che riguardano la governance, visto che un Parco nazionale funziona meglio se opera in sinergia con la realtà territoriali locali, e inoltre vanno operati snellimenti su procedure che derivano dalla dipendenza del Ministero della Transizione ecologica, o in generale dalla lentezza che si riscontra in molti casi nei meccanismi decisionali. I nostri provvedimenti a volte devono passare per tre Ministeri”.

Si tratta di valorizzare quello che è un nuovo atteggiamento generale. Il presidente del Parco delle Dolomiti Bellunesi spiega: “La pandemia ha spinto una vera e propria esplosione di accessi nelle aree protette, stimolato un’attenzione nuova. Ognuno di noi ha riflettuto sull’importanza di riuscire a ritagliarsi degli spazi. Non si tratta solo di una maggiore considerazione della natura, il cambiamento secondo me è più profondo. In alcuni territori è persino raddoppiato l’afflusso di visitatori veneti e delle regioni confinanti. Questa attenzione va sfruttata, e si abbina per noi all’occasione costituita dalle Olimpiadi che nel 2026 si terranno anche vicino al nostro Parco, a Cortina oltre che a Milano. Possiamo dare visibilità a un modello di turismo sostenibile”.

Alla questione del dibattito sull’opportunità di aumentare il ritmo di installazione di impianti di produzione di energia rinnovabili, Vigne risponde con la sensibilità di chi sul proprio territorio ha conosciuto il disastro del Vajont, visto che il Comune di Longarone fa parte del Parco che presiede: “Da noi si registra un blocco e una ribellione che deriva da questo aspetto storico. Il rischio in ogni caso è che passino normative nazionali non sostenibili dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Non dobbiamo pagare un prezzo troppo alto”.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica