INUCOMUNICA

Nuove scelte e strategie per un Paese che cambia

17/04/2024

Nell’articolo di approfondimento precedente, partendo dai dati recentemente diffusi dall’Istat che evidenziano il peggioramento delle dinamiche di denatalità e di invecchiamento della popolazione, si è esaminata la situazione di particolare vulnerabilità che caratterizza le aree interne. Valeriano Pesce e Maria De Rosa della sezione Campania dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, impegnati per conto del Formez PA e della Presidenza del Consiglio nel monitoraggio delle aree della Strategia nazionale aree interne (SNAI), sottolineano che il nodo è da ricercare nella “fuga” dei giovani: “Sono coloro che hanno tra i 18 e i 30 anni che vanno via, per mancanza di servizi e lavoro. Questo determina un ulteriore aggravamento”.

La SNAI è passata dalla fase sperimentale a quella strutturale. Nel corso dei due cicli di programmazione è arrivata progressivamente a coinvolgere 124 aree di progetto, 1904 Comuni, circa quattro milioni e mezzo di abitanti per uno stanziamento complessivo, tra varie fonti di finanziamento, che si aggira attorno al miliardo e mezzo di euro. Le aree SNAI sono composte, come pre - requisito, almeno all'80 per cento di comuni che ricadono in "aree interne", come classificate dall'Istat, e per esse sono stati messi in campo diversi interventi, con l’obiettivo del rilancio e del ripopolamento. Si cominciano a registrare casi e zone in cui gli interventi danno gli effetti ambiti: in Piemonte, in Trentino, in Lombardia.

Tra i settori trainanti, dichiarano De Rosa e Pesce, c’è “l'evoluzione del settore agricolo attraverso il conseguimento di un alto potenziale tecnologico. Questo ha permesso a molti giovani di tornare. Tra l’altro l’abbandono terreni provoca dissesto, è una ragione ulteriore per incentivarne l’utilizzo”.

Poi il turismo, la telemedicina, risposte nel campo dell’istruzione (potenziando il settore del trasporto scolastico con servizi in gestione associata tra i Comuni), le infrastrutture digitali. Un ambito di notevole interesse riguarda la governance. I due esponenti di INU Campania ricordano in particolare che “il Formez PA ha operato molto assieme ai Comuni per favorire l’associazionismo e la condivisione dei servizi”, aumentando quindi l’efficienza di erogazione.

Una risposta all’invecchiamento della popolazione è quella del senior housing (o senior living) che comprende soluzioni per la residenzialità della terza età, solitamente gli ultrasessantenni, tendenzialmente autosufficienti. Alloggi indipendenti e strutture specifiche create appositamente per soddisfare i loro bisogni sanitari e sociali, con zone comuni, attività di vario genere che vanno incontro a svariati interessi, e servizi, anche sanitari, su richiesta. Se ne occupa da tempo Elio Morino, componente del Consiglio direttivo di INU Piemonte e Valle d’Aosta: “In Italia siamo praticamente agli albori, è un fenomeno nato all’estero, in particolare negli Stati Uniti, in Nord - Europa, in Francia, Inghilterra, Spagna. Da noi si osserva un certo dinamismo nell’ambito del cohousing: nelle soluzioni che creano comunità residenziali si comincia a notare attenzione anche a un certo periodo della vita che è il target del senior housing, per facilitare il mantenimento o la creazione di relazioni, per un invecchiamento attivo. Si registra anche il tentativo di sperimentazione attraverso la residenzialità condivisa con i giovani, con formule intergenerazionali”.

Si tratta ancora tuttavia di soluzioni di nicchia, che riguardano le città più grandi, appannaggio più che altro dell’attivismo del terzo settore e delle fondazioni. “Il problema – dice Morino – è che in Italia quando si parla di invecchiamento della popolazione ci si concentra sulla risposta sanitaria, e non sull’evoluzione dell’invecchiamento. Anche il PNRR, infatti, ha previsto risorse per l’assistenza sanitaria domiciliare, per lo Student housing e non per le residenzialità alternative come il senior living. La novità è che Cassa Depositi e Prestiti, invece, nel piano 2022 - 2024, ha previsto nel Fondo Nazionale Abitare Sostenibile interventi immobiliari per 1 miliardo focalizzati sulle 3 's': social, student e senior housing. Da questo punto di vista all’estero c’è più attenzione”.

Il settore del senior housing, ritiene, è comunque promettente: “Gli investitori ci sono e si stanno sviluppando partnership promosse da Comuni, assicurazioni, fondi e aziende per includere il Senior Housing in ambito previdenziale. L’invecchiamento della popolazione ed il cambiamento climatico sono inoltre i due mega - trend da mettere necessariamente in relazione per progettare il nostro futuro. Occorrerà quindi un ripensamento di esigenze e risposte in questa nuova logica, nel disegnare o ridisegnare i territori, le città ed i servizi, anche in base alle caratteristiche ed alle scelte dei Comuni che si troveranno in prima linea a gestire questi cambiamenti”.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica