INUCOMUNICA

Nuove opportunità per la rigenerazione dei borghi

16/02/2022

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la legge di bilancio 2022 contengono importanti finanziamenti per interventi nei borghi e nelle città di piccole dimensioni.

Per quanto riguarda il PNRR, l’Avviso pubblico per la presentazione di Proposte di intervento per la rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici (scadenza 15 marzo) è gestito del Ministero della Cultura. Comprende due linee di intervento: la prima assegna venti milioni di euro a un borgo (che abbia il requisito di avere sul proprio territorio meno di trecento abitazioni) individuato per ciascuna delle regioni italiane, mentre la seconda è dedicata ai Comuni sotto i 5000 abitanti o ad aggregazioni di massimo 3 Comuni che, aggregati, non superino questa soglia dimensionale. Il bando assegna fino a 1,6 milioni di euro per progetto, all’interno del quale devono essere compresi minimo 10 interventi di riqualificazione e rigenerazione culturale e sociale. Si conta così di finanziare interventi in 229 borghi.

I commi 534-542 della legge di bilancio 2022 assegnano ai Comuni di piccole dimensioni (scadenza 31 marzo) contributi nel limite complessivo di 300 milioni di euro, con la finalità di favorire gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

Sono dunque previste opere di:

-  manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico, anche comprese la demolizione di opere abusive realizzate da privati in assenza o totale difformità dal permesso di costruire e la sistemazione delle pertinenti aree;

- miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia di immobili pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali e culturali, educativi e didattici, ovvero alla promozione delle attività culturali e sportive;

- mobilità sostenibile.

Nello specifico, gli enti che possono beneficiare dei contributi in questione sono i Comuni con popolazione inferiore a 15mila abitanti che, in forma associata, presentano una popolazione superiore a 15mila abitanti, nel limite massimo di 5 milioni di euro. La domanda è presentata dal Comune capofila, che dovrà gestire anche le opere negli altri comuni.

Valeria Lingua, architetto urbanista, è componente dell’Ufficio di presidenza dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e professore associato in urbanistica all’Università di Firenze. La sua esperienza di tecnico, oltre che amministratrice in un piccolo Comune (è assessore all’urbanistica, mobilità e riqualificazione urbana nel Comune di Buonconvento, in provincia di Siena) le consente di fornire alcune riflessioni e indicazioni complessive sui pregi e le mancanze delle iniziative per i borghi e le piccole città contenute nel PNRR e nella legge di bilancio. Rileva innanzitutto tra le due linee di finanziamento gestite dal Ministero della Cultura “una differenza notevole di risorse assegnate, tale da fare pensare che le iniziative di rigenerazione nei ‘borghi pilota’, uno per ciascuna regione, siano pensate con un approccio spot. Per quanto riguarda l’altra linea di finanziamento, c’è da dire che la cifra assegnata, 1,6 milioni, può bastare per mettere in piedi e realizzare progetti culturali, ma non è sufficiente per accompagnarli con azioni di riqualificazione fisica rilevanti. Poi c’è un aspetto che riguarda il meccanismo: si chiede ai Comuni di fare piccole aggregazioni, fino a tre enti, ma è una regola che finisce per il creare una geografia di aggregazioni dettata solo dalla necessità di fare numero, senza alcun riferimento a strategie di carattere territoriale”.

Per quanto riguarda il bando della legge di bilancio, l’urbanista ricorda che ha come destinatari i Comuni sotto i 15mila abitanti che si devono aggregare per superare la popolazione di 15mila abitanti. Vi possono partecipare le Unioni dei Comuni, e quelli con una popolazione superiore a 15mila abitanti che sono stati esclusi dal precedente finanziamento della legge di bilancio 2021. Proprio in questi requisiti Lingua individua il rischio di “una difformità delle condizioni di partenza tra i Comuni piccoli che si aggregano per partecipare e le Unioni e i Comuni superiori a 15mila abitanti, che hanno già strutture funzionanti e consolidate”. Poi la possibilità che viene data di aggregarsi anche ai Comuni non contigui, purché in presenza di una strategia d’area, ma senza offrire ulteriori precisazioni in merito alle modalità di valutazione della stessa. Per l’esponente dell’INU “è un’indicazione che genera geografie di progetto spesso avulse da una reale strategia d’area o da un piano (intercomunale o provinciale) cui fare riferimento. A questo si unisce la considerazione che la pianificazione provinciale è pressoché ferma e quella intercomunale procede a macchia di leopardo. I bandi in questione sollevano dunque due problemi: da un lato, l’assenza di una visione di area vasta per i piccoli Comuni, anche in forma aggregata; dall’altro la questione delle geografie della cooperazione, che rispondono a logiche quantitative: nel PNRR e nella legge di bilancio la dimensione territoriale è affrontata solo in termini di popolazione e non sono previste modalità o indicatori per valutare la coerenza con strategie d’area”.

Alla domanda di possibili correttivi da introdurre per analoghe iniziative future, Lingua auspica che “si lavori di più e meglio sulle aggregazioni e sulle geografie di progetto, individuando anche modalità che valorizzino la visione d’area”. Poi è indispensabile prevedere “il rafforzamento delle strutture tecniche delle amministrazioni che rispondono ai bando, perché spesso i piccoli Comuni non hanno risorse amministrative prima che tecniche e finanziarie, per cui è necessario un accompagnamento migliore sia nella fase di definizione del progetto da sottoporre al bando, sia nella successiva fase di gestione e rendicontazione”.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica