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Nature Restoration Law: al via il ciclo di approfondimento dell’INU

30/08/2023

Il Parlamento europeo ha approvato il 12 luglio scorso la Nature Restoration Law. Sebbene il complesso iter, quello tipico che precede l’entrata in vigore dei Regolamenti dell’Ue, non sia ancora concluso, è un passaggio storico. Si tratta infatti di un vero e proprio pilastro del Green Deal, che la Commissione guidata da Ursula von der Leyen ha presentato già prima della pandemia, per fare dell’Unione europea un punto di riferimento avanzato a livello globale dell’attuazione di politiche per la sostenibilità ambientale e la transizione ecologica. Di questo insieme organico di misure la Nature Restoration Law è quella destinata a incidere maggiormente nelle pratiche e nelle politiche di trasformazione, tutela, governo del territorio. Entro il 2030 dispone di mettere in atto azioni di restauro che coprano il 20 per cento del territorio marino e terrestre dell’Ue. Il secondo step, con scadenza 2050, è arrivare a riqualificare tutti gli ecosistemi degradati.

Il Regolamento è composito e interviene in diversi settori. Tra le altre cose mira prima a fermare il declino e poi ad aumentare le popolazioni di impollinatori; agisce nelle città, fermando la perdita di spazi verdi urbani entro il 2030 per poi incrementarne la superficie del cinque per cento entro il 2050, fissando una soglia minima del dieci per cento di copertura arborea in ogni città, paese e periferia urbana e stabilendo l’obbligo di guadagnare spazio verde integrato con edifici e infrastrutture; vuole aumentare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e forestali e rimuovere le barriere fluviali per fare in modo che almeno 25mila chilometri di fiumi siano entro il 2050 a flusso libero.

Il filo conduttore è l’ambizione a rimediare alle alterazioni causate dall’antropizzazione e, pertanto, la Nature Restoration Law trova la sua maggiore applicazione quanto più quel tipo d’interventi hanno cambiato le condizioni naturali originarie ed anteriori all’insediamento ed allo sfruttamento della natura. Questa politica si rivolge come detto anche alle aree urbanizzate ponendosi al centro della pianificazione urbanistica e territoriale dove interviene esplicitamente sul verde urbano ma implicitamente coinvolge anche i corsi d'acqua, l'agricoltura urbana, la produzione di energia da fonti rinnovabili e costituisce strumento per la realizzazione delle infrastruttuire verdi e blu. 

Una seconda caratteristica del Regolamento è la sua trasversalità. Infatti, esplicitamente interseca le strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; la politica agricola comune (PAC), dove agricoltura, silvicoltura e pesca beneficiano degli ecosistemi naturali; la strategia per la biodiversità e quella per l’ambiente marino; provvede al ripristino di habitat all’interno di Natura 2000, integra la direttiva quadro acque.

Tenendo conto dell’importanza e della complessità della Nature Restoration Law, l’Istituto Nazionale di Urbanistica si propone nelle prossime settimane di approfondirne la portata e gli effetti consultando le opinioni e le indicazioni di associazioni, studiosi, professionisti, in generale esperti dei settori coinvolti, a cominciare naturalmente dalla pianificazione e dal governo del territorio.