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“Urbanistica sia centrale”: la storia di copertina de La Nuova Ecologia

19/10/2023

La Nuova Ecologia, la rivista mensile legata a Legambiente di grande tradizione e peso nel mondo dell’ambientalismo, ha dedicato la propria storia di copertina del numero di ottobre all’urbanistica. Il titolo è “La città possibile”. Nell’editoriale il direttore Francesco Loiacono scrive: “Le città occupano solamente il 3% della superficie terrestre, ma sono responsabili del 70% del consumo energetico e del 75% delle emissioni di carbonio. Ecco perché l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 recita: ‘Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili’. (…) Per migliorare la qualità della vita in città va data centralità all’urbanistica”.

Oggi proprio il direttore ci spiega: “In tutte le epoche la progettazione della città ha avuto bisogno di guardare in avanti. Le esigenze della vita moderna di recuperare qualità della vita nelle città richiederebbero una progettazione lungimirante che ultimamente non c’è stata. Siamo sempre a rincorrere, in questo come in altri ambiti. In quello urbano vedo molti richiami alle mode del momento: chi ha disponibilità di risorse fa degli interventi che finiscono con il rimanere circoscritti, mentre la progettazione urbana che guarda alla vita dei cittadini spesso manca. Ora che dobbiamo raggiungere gli obiettivi imposti dalla crisi climatica alla pianificazione e alle competenze degli urbanisti dovrebbe essere data un’importanza maggiore”.

Loiacono sottolinea: “Nelle città vivono la gran parte degli abitanti del pianeta e nei prossimi decenni sarà sempre più così. In città si consumano prodotti, si creano rifiuti e inquinamento, è nello spazio urbano che si determina il nostro futuro ed è qui che ci sono i punti di decisione politica e quelli dove vengono sviluppate le ricerche. La città è quindi il luogo in cui nasce il problema ma è anche dove su può decidere cosa cambiare. Gli obiettivi della transizione ecologica impongono un cambio di rotta: va ripresa una disciplina come l’urbanistica, le va dato un ruolo più centrale per immaginare la città del futuro. È l’urbanistica che può fornire un disegno generale al quale ricondurre gli interventi”.

Nella storia di copertina di ottobre de La Nuova Ecologia non mancano tuttavia le tendenze e gli esempi positivi. Il direttore ricorda: “Abbiamo riportato alcune esperienze sul numero di questo mese perché Legambiente quest’anno presenta per la trentesima volta il rapporto Ecosistema urbano, con Il Sole 24 Ore e Ambiente Italia. In trent’anni si può dire che in linea generale le città italiane hanno migliorato le performance ambientali nella gestione dei rifiuti, c’è stato in alcuni casi un miglioramento della mobilità ma senza raggiungere un livello generale ottimale, visto che nel nostro Paese si registrano ancora troppe morti premature causate dall’inquinamento atmosferico. Una trasformazione di rilievo sta avvenendo a Bologna che sta diventando città 30: è molto importante perché riducendo la velocità aumentano la sicurezza stradale e la qualità dell’aria. La città 30 implica una trasformazione più profonda rispetto al semplice codice della strada: il progettista deve disegnare strade e quartieri che favoriscano la riduzione di velocità dando spazio vitale agli utenti deboli della strada, come pedoni e ciclisti”.

Spazio anche all’abbattimento degli ecomostri: “A Catania sotto la spinta di Enzo Bianco, e a Bari con la vicenda eclatante di Punta Perotti. Qui si è recuperato uno spazio non solo visivo che è quello del lungomare. Questi due casi li cito per introdurre il tema del consumo di suolo: in Italia non c’è bisogno di costruire su aree nuove, ce ne sono tante che possono essere recuperate in senso sostenibile a vantaggio della cittadinanza. Se c’è un progetto per costruire un quartiere green questo può essere l’occasione per recuperare aree industriali dismesse, bonificandole dai veleni o per ricostruire immobili fatiscenti e con basse prestazioni energetiche”.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica