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Landsupport, la piattaforma per la gestione sostenibile del territorio. Parla Fabio Terribile, coordinatore del progetto

27/05/2021

Il progetto Landsupport è nel vivo di una fase decisiva, che nel gergo tecnico è di “disseminazione”. Tra il 26 maggio e il 3 giugno si svolgono importanti iniziative in modalità webinar per presentare le potenzialità di uno strumento per gestire, amministrare, programmare i processi di fruizione, tutela e trasformazione del territorio con la consapevolezza che il fattore ecologico è sempre più decisivo. Altre sono in programma nelle prossime settimane. Landsupport è un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di un bando “Horizon 2020”. E’ stato presentato tre anni fa, nel giro di un anno sarà concluso. 

Coordina il cammino il CRISP (Centro di Ricerca Interdipartimentale dell’Università di Napoli Federico II). I partner sono 19, tra di essi figurano Enti di ricerca, Università, Amministrazioni, PMI in Italia (CNR, Ispra, Università Statale di Milano, Regione Campania, Ariespace) e all’estero (Austria, Ungheria, Spagna, Germania, Slovenia, Belgio, Francia, Libano e Malesia). L’Istituto Nazionale di Urbanistica è coinvolto nel progetto come stakeholder. All’evento del 26 maggio scorso, incentrato sugli usi riconducibili alla pianificazione territoriale e al contenimento del consumo di suolo, è intervenuto tra gli altri il suo segretario generale, Francesco Domenico Moccia. Nel webinar sono state evidenziate le possibilità di Landsupport: il pianificatore, nell’ottica di contrastare il consumo di suolo e meglio gestire il territorio, potrà via web selezionare una o più porzioni di territorio ed ottenere analisi di scenario o anche informazioni su elementi come i tassi della copertura e di impermeabilizzazione, sprawl (dispersione insediativa) e compattezza degli insediamenti, frammentazione del territorio rurale, qualità dei suoli nel tempo. Le informazioni così ottenute supporteranno decisori, amministratori e tecnici in scelte più consapevoli. Stimare e quantificare quali porzioni di suolo sono state compromesse e quali invece sono intatte permetterà ad esempio di avere le informazioni necessarie per preservare corridoi ecologici e mitigare l’impatto dell’uso del suolo, o pianificare interventi di rigenerazione e di ripristino per raggiungere l’obiettivo europeo di azzerare il consumo di suolo. Ma se il governo del territorio è un ambito centrale per le potenzialità di Landsupport, non è l’unico. Le quindici famiglie di tool lo rendono utilizzabile anche in altri settori, come ad esempio il turismo ecosostenibile e l’agricoltura, su cui sono incentrati gli eventi del 28 maggio e del 3 giugno (che nello specifico è sulla viticoltura).

Relativamente al webinar svolto il 26 maggio, quello sulla pianificazione territoriale, il coordinatore del progetto Fabio Terribile, professore ordinario di pedologia della Federico II, oltre a dichiararsi soddisfatto per l’ottima partecipazione, sottolinea che “è stata apprezzata in particolare da tutti la capacità di fare analisi di scenario, in estrema sintesi la possibilità di interagire, di capire in tempo reale gli effetti delle diverse scelte sul suolo e sul territorio. Questo rende Landsupport uno strumento unico”.

L’esito dell’incontro del 26 maggio è stato positivo, spiega Terribile, anche per l’operatività del progetto: “Mancano undici mesi al termine, ed è stato importante raccogliere suggerimenti di tipo pratico per lo sviluppo. Ci sono state segnalate tra l’altro le necessità – anche se si tratta di interventi che almeno in parte avevamo già in cantiere – di effettuare ulteriori sviluppi rispetto alla pianificazione comunale e alle procedure come la VAS e la VIA, di creare indicatori di consumo di suolo che permettano una fruizione più semplice, anche per non specialisti. Di certo gli accadimenti occorsi nel corso della fase di sviluppo, la pandemia e le caratteristiche dei piani di rilancio, a cominciare dal PNRR, hanno se possibile reso Landsupport ancora più utile e attuale, visto che implementa elementi, procedure, categorie che di fatto sono alla base dei dettami incentrati su transizione ecologica e sostenibilità. Dovrebbero essere istituzioni e organi di governo i primi a puntarvi”.

In attesa delle auspicate accelerazioni, al momento le possibilità di sviluppo di Landsupport oltre la scadenza del progetto passano da un lato da un intervento diretto dell’Unione europea che faccia in modo che la piattaforma rimanga attiva assieme al percorso di implementazione, dall’altro dal coinvolgimento delle comunità, fare in modo – spiega il coordinatore – che “la piattaforma atterri sul territorio, che siano innanzitutto i Comuni a cominciare a usarla”. Una strada che tra l’altro permetterebbe anche una dinamica di ulteriore miglioramento grazie alla crescita del dialogo tra ricercatori e “users” (pianificatori e amministratori) che è già ora, sebbene in fase sperimentale, una peculiarità del progetto di ricerca.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica