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La rigenerazione dei borghi nel PNRR, parla Laura Fregolent: il supporto da prevedere a monte

15/04/2022

Una sperimentazione condotta dal Ministero che, per eventuali analoghe iniziative future, dovrà tenere conto e sopperire alle sofferenze dei piccoli Comuni. Laura Fregolent, presidente della sezione Veneto dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, dà una valutazione sfumata del bando predisposto dal Ministero della Cultura nell’ambito del percorso del Piano nazionale di ripresa e resilienza che finanzierà progetti di rigenerazione dei borghi. Il miliardo di euro a disposizione è stato collocato in due linee. La prima andrà a sostenere un progetto per ciascuna regione. Le risorse della seconda (in tutto 580 milioni di euro) saranno contese da progetti per la rigenerazione culturale e sociale presentati da Comuni in forma singola o aggregata (fino a un massimo di 3) con popolazione residente complessiva che non superi i cinquemila abitanti: si conta così di finanziare interventi in 229 borghi.

La lettura di Fregolent deriva dà un coinvolgimento diretto: l’Università Iuav di Venezia, nella quale è docente, ha seguito diversi progetti in partenariato con i Comuni veneti che hanno risposto al bando. In alcuni di questi è stata coinvolta in prima persona. Gli 89 progetti denotano una risposta significativa del territorio, al quale l’ateneo ha contribuito in diversi casi. Per la presidente di INU Veneto la partecipazione è indice “della necessità dei Comuni e in particolare di quelli più piccoli di ottenere risorse: si tratta di ambiti territoriali marginali per dimensione e localizzazione geografica e trascurati, e che faticano spesso a trovare risposte adeguate. Dal lavoro di accompagnamento che abbiamo svolto è emerso il deficit di strutture tecniche di cui soffrono i piccoli Comuni. Su questo occorrerebbe riflettere: bisogna calarsi nei territori per vedere di cosa c’è bisogno, e non si tratta solo di ristrettezze economiche. Non manca solo l’esperto ma a volte persino il funzionario che si occupa delle pratiche”.

Alle forti critiche di Uncem dell’intervista al presidente Marco Bussone, Fregolent risponde con una valutazione meno tranchant: “E’ vero che salta all’occhio la differenza di risorse stanziate per i singoli Comuni nella linea A rispetto a quelli della linea B, ma va tenuto conto anche della scelta del Ministero di sperimentare, finanziando con 20 milioni un Comune per ciascuna regione, operazioni di rigenerazione complessiva dei borghi finanziati. Poi si può discutere però della quantità di risorse previste nella linea B che stride con l’ammontare complessivo delle domande (1800 presentate)”.

Non che tutto vada bene, anzi. Con il senno di poi la presidente di INU Veneto, specialmente alla luce dell’esperienza sul campo, suggerirebbe di prevedere una forma di accompagnamento già dal livello centrale. In alcuni territori si è riuscito a sopperire alla mancanza di un supporto tecnico facendo ricorso in alcuni casi al sostegno delle Fondazioni, o ci hanno pensato le Regioni, come nel caso del Friuli Venezia Giulia, ma sarebbe occorso “prevedere, già a monte, un meccanismo di sostegno ai Comuni magari in sinergia con le Regioni. Il bando e la sua complessità si scontra con la realtà dei piccoli Comuni che sono privi di funzionari e strutture tecniche. Si ha la sensazione che i territori e le loro difficoltà siano spesso poco conosciute dal livello centrale e che non si colgano i reali problemi che i Comuni incontrano”.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica