04/03/2021
A un anno dalla sua costituzione il laboratorio INU Giovani elabora alcune riflessioni sugli aspetti della formazione, della ricerca e della professione.
1) La formazione e la ricerca.
Un anno fa il gruppo INU Giovani si costituiva e si incontrava a Roma, nella sede centrale. Nonostante l’anno difficile, strano, complicato, abbiamo provato – e siamo riusciti – a conoscerci e metterci in rete, delineando un primo calendario di attività. Tra queste, la costituzione di un gruppo che discuta su cosa significhi Formazione e Ricerca. A un anno dall’inizio della pandemia, riteniamo giusto avanzare delle considerazioni in merito a temi e questioni che riteniamo centrali per i giovani ricercatori.
La situazione odierna che noi giovani stiamo fronteggiando è una sfida inedita sotto ogni punto di vista. Il mondo della ricerca ha palesato le debolezze-assenze in termini di tutela compensate, in minima parte, dalle proroghe utili ad ultimare le attività programmate.
Condurre un progetto di ricerca e/o un percorso di studi è diventato arduo non avendo la possibilità di accedere a servizi, seppur nei loro limiti, offerti dagli atenei o sviluppare il necessario e continuo feedback tra lavoro teorico e riscontro sul campo.
Inoltre, i meeting online si sono moltiplicati: se da un lato offrono la possibilità di partecipare – sia in termini spaziali che temporali – a qualsiasi evento e ampliare le reti di collaborazione, dall’altro hanno evidenziato la mancanza di un momento di sintesi e di confronto tipico degli scambi informali.
Infine, quest’anno ha evidenziato a tutta Italia l’importanza della ricerca, non solo per chi l’ha scelta come professione, ma anche per tutta la collettività: la pianificazione della distribuzione delle funzioni e la progettazione degli spazi, in particolare quelli pubblici, sono punti focali per città salubri che consentano di coniugare sicurezza, socialità, inclusione e condivisione.
Alla luce di tutto ciò, auspichiamo che le misure emergenziali adottate siano un primo passo verso una reale valorizzazione del mondo della ricerca nel quadro delle politiche nazionali, per sostenere percorsi di giovani menti che possano contribuire al benessere del Paese.
2) La professione.
Fare l'urbanista in Italia è davvero un mestiere complesso e molto spesso ingrato. Al giovane urbanista che si affaccia per la prima volta al mondo della professione tocca non solo misurarsi con la generalizzata mancanza di occupazione ma soprattutto con l’incertezza di un riconoscimento sociale e professionale del proprio ruolo, sia in ambito pubblico che privato. Nel nostro paese quindi riuscire ad ottenere incarichi è molto complicato se non si ha una rete di relazioni molto fertile e se non si riesce a far valere le proprie competenze. I più fortunati, invece, si scontrano con procedure di affidamento dei lavori lente e farraginose, oppure sono costretti ad accettare un downgrade professionale.
Come se non fosse sufficiente, contemporaneamente alla pandemia, nel 2020 è stata prospettata l’eliminazione del riconoscimento della figura professionale dell’Urbanista, attraverso la bozza di riforma dell’Ordine degli Architetti, gettando nel panico centinaia di giovani che dal 2003 ad oggi si sono formati, e si stanno formando, nelle università italiane.
Questa ipotesi ha comportato la successiva esclusione della figura dell’Urbanista dai tavoli decisionali dove si cerca di prefigurare una nuova visione per le nostre città e i nostri territori, i cui limiti sono stati messi a nudo dalla recente pandemia.
Il laboratorio INU giovani nel gruppo “Libera Professione” darà voce ai giovani professionisti, portando alla luce le loro esperienze e le loro capacità professionali con l'obiettivo di riportare al centro del dibattito il mestiere dell’Urbanista e la sua importanza tecnica e sociale per lo sviluppo delle nostre città e dei nostri territori.
Articolo di INU Giovani, dai gruppi:
Gruppo "Formazione e Ricerca"
Antonia Arena, Antonio Bocca, Tiziano Innocenzi, Giovanni Ottaviano, Francesco Abbamonte, Elisa Avellini, Romina D’Ascanio, Domenico Mele.
Gruppo "Libera Professione"
Francesco Abbamonte, Roberto Fiaschi, Domenico Mele, Alessandro Mengana, Roberto Musumeci, Marco Natali.