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La Nature Restoration Law è un’opportunità per i nostri fiumi

14/09/2023

La Nature Restoration Law, approvata il 12 luglio scorso dal Parlamento europeo e in attesa di completare l’iter per entrare definitivamente in vigore, avrà effetti importanti sulla rinaturalizzazione dei corsi d’acqua. La proposta di regolamento dispone di mettere in atto azioni di restauro che coprano almeno il 20 per cento degli habitat naturali, marini e terrestri, dell’Ue, entro il 2030. Il secondo step, con scadenza 2050, è di arrivare a riqualificare il 100 per cento degli ecosistemi degradati. In attuazione degli indirizzi Ue ciò significa, ad esempio, rimuovere le barriere fluviali per fare in modo che almeno 25mila chilometri di fiumi siano rinaturalizzati entro il 2050.

Massimo Bastiani, coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, fa notare che il provvedimento “è in continuità con la Strategia europea al 2030 sulla biodiversità, visto che vengono ripresi parecchi di quegli obiettivi. Dobbiamo quindi considerarlo una tappa di un percorso di rinaturazione degli habitat a livello europeo che è già iniziato da diversi anni. Con la Nature Restoration Law siamo davanti a un salto di qualità, anche perché la Commissione europea ha destinato circa cento miliardi di euro alla biodiversità e al suo ripristino. Si tratta di un risultato storico e la sua approvazione era tutt’altro che scontata, la votazione ha fatto emergere tutta la resistenza che caratterizza alcuni Paesi europei ad una implementazione concreta degli obiettivi ambientali. Questa ritrosia risulta evidente anche dalla lettura dei dati delle attività di monitoraggio ad oggi condotte: nel territorio europeo solo il 40 per cento dei corpi idrici superficiali ha raggiunto uno stato ecologico buono o superiore e l’81 per cento dei paesaggi protetti è in uno stato scadente o pessimo. È un chiaro segnale che le direttive e i regolamenti non sono stati complessivamente applicati nella maniera migliore. Ecco che quindi questa volontà di accelerazione manifestata dall’Ue arriva al momento giusto, quando ci troviamo di fronte a quello che di fatto costituisce un risultato modesto se non a un vero e proprio stallo”.

L’attuazione della Nature Restoration Law, oltre a essere una sfida per tutti i governi europei, potrebbe costituire anche un’opportunità importante a partire dal nostro Paese, dice Bastiani: “Il 91 per cento dei comuni in Italia è esposto a forme più o meno marcate di rischio idrogeologico. I nostri fiumi vengono da sempre artificializzati e contengono un’enormità di barriere, molte delle quali decisamente inutili o obsolete. Al riguardo uno studio empirico condotto a livello europeo, attraverso l'app Barrier Tracker, quantifica in oltre 11mila gli ostacoli presenti nei nostri corsi d’acqua, dighe, traverse, rampe chiuse, e c’è da dire che la stima è certamente incompleta. La frammentazione dei fiumi è un problema ed è importante che un provvedimento come questo ci inviti a migliorarne la continuità. Questa va intesa anche in senso orizzontale: vanno create aree di rinaturalizzazione e aree umide, rimuovendo argini inutili e ridando la possibilità di esondazione naturale. E’ evidente che l’irrigidimento dei fiumi non ha portato i benefici promessi, mentre il processo inverso secondo gli indirizzi della Commissione ne potrebbe dare di tipo ambientale e sociale, visto che si metterebbero in sicurezza le comunità anche agendo sulla componente dell'uso del suolo, ma anche vantaggi economici quantificabili fino a otto volte i costi”.

Sottolinea in conclusione l’importanza che nel percorso di implementazione della Nature Restoration Law “gli interventi non siano disconnessi dalla realtà dei territori. In questo senso occorre prestare massima attenzione ai contratti di fiume, strumento fondamentale di supporto e di collegamento con le comunità locali, altrimenti si finisce ad ambire a mettere a terra solo semplici opere, seppur con finalità più ecologiche. Se invece le decisioni e gli interventi vengono condivisi nell’ambito e all’interno delle comunità si ottengono risultati più significativi per qualità, tempi di realizzazione migliori, effetti duraturi nel tempo”.

L’articolo con le dichiarazioni di Bastiani è il secondo del ciclo di approfondimento dell’INU sulla Nature Restoration Law. E' stato preceduto dall'intervista a Fabio Terribile

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica