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L’urbanistica scopre l’Intelligenza artificiale

30/05/2024

Una frontiera in parte inesplorata, sicuramente foriera di grandi opportunità. E’ l’Intelligenza artificiale, anche nel campo nella pianificazione urbanistica e del governo del territorio. Il 22 maggio scorso una tavola rotonda online, organizzata dall'Università della Calabria e dall'Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIXIA), ha approfondito risvolti e questioni, presentando casi di studio che riguardano l’Italia e alcuni Paesi stranieri.

Michele Talia, presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che è tra i promotori dell’iniziativa, è intervenuto nel corso dei lavori. Spiega che “la rigenerazione urbana può costituire il terreno di un vero e proprio cambio di paradigma. C’è bisogno oggi di valutare gli interventi alla luce di una serie di parametri tra cui la sostenibilità, l’effetto dei cambiamenti climatici, l’inclusione sociale. A fronte di questo aumento di complessità l’Intelligenza artificiale può offrire un contributo fondamentale per acquisire e utilizzare una serie di dati non gestibili con le tecniche tradizionali, e per monitorare gli interventi che hanno una durata temporale più estesa”. Talia in questo ambito ricorda “la collaborazione tra l’INU e il Consiglio Nazionale delle Ricerche sull’uso del digital twin - la creazione di un gemello virtuale delle città - per consolidare questo approccio all’urban intelligence”. Sono nell’ambito di questa collaborazione in campo sperimentazioni a Matera (già da qualche anno, con il coinvolgimento dell’amministrazione comunale) e a Catania. Al riguardo il presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica ritiene che “sia ancora presto per fare un bilancio, ma quelle che emergono già da ora sono le potenzialità dello strumento del digital twin per rendere più trasparenti i processi decisionali”.

Mauro Francini dice che, in virtù dei cambiamenti che stanno caratterizzando il settore, il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università della Calabria sta istituendo un nuovo corso di Laurea Magistrale in “Civil Engineering for urban regeneration and sustainable land management”. Rileva: “Il punto è che non c’è ancora piena coscienza dell’impatto che l’Intelligenza artificiale porterà nelle politiche di gestione delle città.  Per rendersene conto basta esaminare il disegno di legge sulla rigenerazione urbana, proposto dal Governo e all’esame del Parlamento, che risulta ancorato a una visione molto tradizionale dell’urbanistica. In altri campi, come ad esempio la medicina, le integrazioni con l’Intelligenza artificiale sono sempre maggiori. Nel campo dell’urbanistica permane una diffidenza significativa. Eppure le opportunità sono importanti: ad esempio nei piani di rischio e prevenzione l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale potrà portare un contributo persino rivoluzionario”. Tra i casi esteri presentati il 22 maggio Francini segnala “Virtual Singapore”, basato sulla tecnologia del gemello digitale grazie a cui è stato possibile verificare, prima dell’inizio dell’intervento, l’impatto dell’intera progettazione di rigenerazione urbana nel nuovo quartiere Bishan. Poi l’esperimento di Pechino, in cui i ricercatori hanno valutato le performance progettuali dell’Intelligenza artificiale confrontandole con la progettazione realizzata da 100 tecnici esperti. L’IA è stata più rapida di 3000 volte e, a certe condizioni di equilibrio di obiettivi e componenti, ha ottenuto un costo di costruzione inferiore del 18,5 per cento. Francini ritiene indispensabile avviare una riflessione per decidere se governare i processi di progettazione o lasciare che lo facciano le “macchine”. 

L’obiettivo della tavola rotonda, ricorda il presidente di AIXIA Gianluigi Greco, è stato quello di “incrociare le competenze della comunità degli urbanisti con il mondo dell’Intelligenza artificiale, la domanda e l’offerta. Dagli esperti, che hanno portato casi d’uso, è emersa una vera e propria progressività di utilizzo”. Greco individua quattro livelli. In primo luogo le tecnologie che permettono di analizzare i dati delle città, che possono essere già a disposizione o comunque forniti dai satelliti. Poi il digital twin, su cui si riscontrano, dice, “applicazioni molto interessanti sia in Italia che oltreoceano. E’ una tecnica che crea un gemello virtuale delle città per verificare cosa accadrebbe ad esse se fossero condotti determinati interventi”. Molto interessante il terzo campo, quello della coprogettazione “molto praticata – spiega il presidente di AIXIA – negli Stati Uniti. Un’applicazione suggestiva si basa sull’utilizzo di mattoncini lego per creare ambienti immersivi collegati ai gemelli digitali. Consente di predisporre tavoli di discussione in cui si incrociano i pareri degli esperti e quelli dei cittadini, raccolti da un meccanismo di interfacciamento semplice e intuitivo”. Infine, conclude Greco, “l’Università di Pisa ha posto al centro dell’attenzione il fatto che le nostre città sono vissute anche dalla stessa Intelligenza artificiale, che si pone come soggetto che modifica la dimensione urbana e il modo in cui si comportano le persone. Si pensi a Google Maps. In futuro quindi al momento di pianificare si dovrà sempre più tenere conto dell’orientamento di queste tecnologie”.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica