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L’INU verso il Congresso sul piano utile. Apertura internazionale e formazione

14/02/2024

La preparazione del prossimo Congresso dell’INU, la prosecuzione del lavoro di comunicazione e confronto sulla proposta di legge sul governo del territorio, un impegno rinnovato sulla formazione degli urbanisti e l’apertura del dibattito urbanistico italiano ad una prospettiva internazionale sono stati alla base dell’Assemblea dei soci dell’Istituto Nazionale di Urbanistica che si è svolta venerdì 9 febbraio presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Genova, e che ha offerto l’opportunità di presentare e discutere un fitto programma di lavoro.

L’orizzonte è quello del 32esimo Congresso che si svolgerà nella primavera del 2025, spiega il presidente dell’INU Michele Talia, e “sarà dedicato al 'piano utile'. Attiveremo una ricognizione di studio e di analisi per capire in che modo i vari strumenti a disposizione della pianificazione riescono a incidere sulle nuove sfide che caratterizzano il nostro tempo, anche perché il cambiamento climatico, la transizione ecologica e la prevenzione dal rischio idrogeologico hanno ormai acquisito una sempre maggiore rilevanza e centralità per la qualità della vita e la sicurezza nei territori. Vogliamo comprendere di conseguenza le differenze di risposta, per quanto riguarda tali questioni, tra i territori pianificati e quelli che hanno pensato di poter fare a meno del piano. Se da un lato siamo convinti che non bastano gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione per progettare azioni ottimali, dall’altro riteniamo che la pianificazione continui ad avere un credito e un’utilità sulle grandi questioni”. Di questo specifico compito si occuperà un gruppo di lavoro, che procederà in primo luogo a rinnovare la mappa delle communities e l’impostazione del Rapporto del Territorio al fine di far fronte proprio alle esigenze di questo nuovo programma di attività.

Un secondo gruppo di lavoro continuerà invece ad occuparsi della proposta di legge di principi sul governo del territorio, operando una ulteriore revisione dell’articolato e sviluppando un’attività di confronto e di negoziazione con le istituzioni e i principali stakeholders, al fine di verificarne reazioni e proposte di emendamento.

In occasione dell’Assemblea dei soci è altresì emersa l’ambizione a migliorare l’apertura dell’INU al dibattito internazionale in materia di pianificazione. In particolare Michele Talia ha manifestato il proprio impegno a far sì che “la nostra visibilità sulle tematiche internazionali faccia leva su una maggiore e più qualificata presenza già a partire dai prossimi mesi. La Biennale europea che si svolgerà dal 22 al 24 aprile a Napoli inaugurerà questo approccio, e sarà alla base di un percorso di lungo periodo, che si fonderà al tempo stesso sul contributo qualificato e non episodico delle Riviste dell’INU”.

L’Assemblea dei soci dell’INU è stata preceduta nella stessa sede da un Convegno sul nuovo profilo dell’urbanista e sulla sua formazione. Nella discussione che si è sviluppata nel Convegno è stata colta altresì l’opportunità di inaugurare una nuova dimensione del lavoro dell’Istituto. Per Michele Talia è infatti possibile “puntare alla offerta di un contributo più significativo ai processi di formazione di livello superiore, anche riannodando i rapporti con le Università e con gli Ordini professionali. Abbiamo rilevato negli ultimi anni un pericoloso arroccamento sulle competenze tradizionali, mentre c’è necessità di innovazione e di apertura al confronto disciplinare. La grande transizione che proponiamo nella disciplina, ovvero il passaggio dal principio di conformità a quello di coerenza, richiede un cambiamento culturale e amministrativo nei modi di pensare e praticare la pianificazione, attraverso il quale superare definitivamente il sistema dei piani 'a cascata', derivato dalla legge del 1942, e radicato nella concezione della pianificazione che ne è conseguita e nella prassi amministrativa che ne è derivata. La coerenza infatti è regolata da criteri molto diversi rispetto a quelli che dominano nelle verifiche di conformità. Laddove queste ultime richiedono un processo di controllo molto rigido, a seguito del quale ogni trasformazione urbanistica rende inevitabile il ricorso allo strumento della variante, con l’inevitabile appesantimento burocratico che ne consegue, il primato del ricorso alla coerenza presuppone un approccio assai diverso. Attenendosi al metodo della verifica di coerenza e al principio di semplificazione, le varianti al piano urbanistico sono limitate ai soli casi in cui le progettualità della funzione operativa o le eventuali modifiche interne alla funzione regolativa non siano coerenti con gli obiettivi e i contenuti struttural-strategici del piano”.

 

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica