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L’impegno di INU e Urbit nella due giorni di incontri a Urbanpromo Green

10/09/2020

Tra pochi giorni, il 17 e 18 settembre, si terrà la quarta edizione di Urbanpromo Green. La manifestazione promossa dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e dall’Università Iuav di Venezia si svolge quest’anno interamente in modalità online. Tra i numerosi incontri e seminari che compongono la due giorni, sguardi molteplici attorno alla sostenibilità applicata alla pianificazione di città e territori, ci sono quelli curati direttamente dai rappresentanti di INU e Urbit.

Nella prima giornata il convegno incentrato sul ruolo attivo delle aree protette per la ripartenza del Paese è organizzato da Angioletta Voghera, responsabile della Community dell’INU “Paesaggio e biodiversità”. L’incontro è mosso dall'obiettivo di costruire un documento tra INU, Federparchi e il CED PPN (Centro europeo di documentazione sulla pianificazione dei parchi naturali) del Politecnico di Torino.  “Ci chiederemo – spiega Voghera – quale può essere il nuovo ruolo delle aree protette per la ripartenza del Paese alla luce delle esigenze che si sono affermate con la pandemia”. Ci sarà spazio per i dati sul turismo sostenibile, che fotografano una crescita di presenze in queste realtà, ma anche per mettere in evidenza le esperienze virtuose ai fini del benessere della comunità, sperimentate pure nella fase del lockdown. Per la responsabile della Community INU le aree naturali protette hanno l’opportunità di “ridefinire le proprie politiche, sia per quanto riguarda il turismo sostenibile che per la conservazione della natura”.

Francesco Sbetti, uno dei responsabili del gruppo di lavoro INU “Reti per la mobilità dolce”, cura il convegno “Reti per la mobilità integrata”: “L’idea è fare il punto. Lavoriamo da anni sul tema della mobilità dolce e con il Covid è emerso con forza il tema dell’integrazione con tutte le altre forme di mobilità. Dedicheremo attenzione alle esperienze dove la mobilità dolce si sta organizzando per costituire un sistema ad esempio con il trasporto pubblico, ma anche con le altre modalità”.

Per la terza edizione consecutiva di Urbanpromo Green Ennio Nonni promuove e cura un convegno sul verde nelle città. Lo sguardo negli anni si è progressivamente allargato: dagli aspetti più strettamente progettuali si è passati a quelli di contrasto al cambiamento climatico per arrivare, il 17 settembre prossimo, alla questione degli effetti sul benessere psicofisico della persona. Nonni, che organizza i lavori assieme alla psicologa Diletta Marabini, spiega: “Vogliamo rivolgerci a un pubblico più ampio di quello degli addetti ai lavori. Riteniamo infatti che al tema del verde si possano appassionare più persone, rendendo naturale la sua trasformazione da argomento tecnico a per così dire politico”. Interverrà all’incontro Immaculata De Vivo, scienziata che ha messo in fila ricerche che evidenziano la correlazione diretta tra la presenza del verde e la condizione di benessere delle persone.

Il direttore di Urbit Gianni Biagi organizza tre seminari, che si svolgono tutti nel corso della seconda giornata della manifestazione. In “nuovi paradigmi urbani e abitativi per le città post – pandemia - dice Biagi - abbiamo voluto mettere a confronto punti di vista, anche non prettamente tecnici, per capire quali possono essere gli approcci di organizzazione della città nella fase post -  Covid”. Centrali nella discussione saranno le proposte presentate in un documento promosso dall’INU già nel maggio scorso. Gli altri approfondimenti proposti da Biagi verteranno sul nuovo ecobonus, nel corso del quale ci saranno anche gli interventi dei rappresentanti degli enti che hanno le responsabilità e competenze dirette per l’attuazione, come l’Enea, e sul legno e i materiali naturali nella progettazione edilizia e urbana. Nel primo caso il direttore di Urbit parla di “contributo utile su un tema strategico per il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare”, mentre per il secondo sottolinea l’importanza della “qualità dei materiali per l’ambiente in cui le persone vivono. Ci si concentra spesso sulla qualità dell’aria all’esterno, senza ricordarsi dell’indoor, su cui i materiali influiscono in positivo o in negativo”.

Sempre il 18 settembre è in programma il convegno “Il territorio del Green Deal”, curato da Andrea Arcidiacono, Simona Tondelli e Carlo Gasparrini, che propone una riflessione sul ruolo dei servizi ecosistemici e delle infrastrutture ambientali per la riconfigurazione del progetto urbanistico alla luce delle strategie del Green New Deal. “Per affrontare in una prospettiva resiliente l’urgenza delle sfide poste dai cambiamenti climatici - sottolineano i curatori del seminario - è oggi necessario assumere una dimensione transidsciplinare e interscalare del progetto urbanistico in cui le infrastrutture verdi e blu costituiscano la struttura spaziale e il telaio strategico per la riorganizzazione in chiave ecologica della città e del territorio contemporaneo“

“Le reti pedonali come modelli sostenibili di sviluppo delle città e delle aree interne”, organizzato da Carmen Giannino e Rosario Pavia, si concentrerà sulle esperienze incentrate sul valore del cammino come modalità sostenibile e sociale per percorrere i territori e incontrare gli spazi e i luoghi che rendono ricco il tessuto urbano e rurale. L'obiettivo è anche sostenere le micro - economie, concorrendo a creare nuovi presidi territoriali e nuove comunità, per promuovere un turismo mitigato che invita a riconnettersi con i luoghi dell’abitare e a riscoprire il territorio, incrociando altre culture e ridando centralità alle persone.

Il progetto “Città accessibili a tutti” propone una riflessione che parte dalle difficoltà create dai cambiamenti climatici, aggravate dalle restrizioni imposte dalle esigenze sanitarie, per riconsiderare gli spazi pubblici con maggiore attenzione alle categorie più fragili, come gli anziani e le persone con disabilità. L’incontro è curato da Iginio Rossi e Alessandro Bruni ed è in collaborazione con PREDIF, Piattaforma di rappresentanza statale per le persone con disabilità fisiche in Spagna. “L’obiettivo – sostengono i curatori – è definire nuove politiche e nuovi strumenti, per questo occorre una riflessione per creare un contesto diverso a partire da un momento di discussione allargato anche ad altre esperienze europee, su casi significativi per orientare e indirizzare le pubbliche amministrazioni e gli altri soggetti coinvolti nel dibattito. Si vuole ragionare e capire cosa si sta facendo, come si sta procedendo e quali sono le prospettive ma anche come si ritiene di poterle raggiungere". 

Infine “Paesaggi in transizione”, curato da Vittoria Crisostomi, una riflessione sulla necessità di stabilire per i paesaggi compromessi, devastati dall’uomo a da catastrofi, un destino del “dopo l’uso” o del ”dopo l’evento”: non solo come componente attiva dell'equilibrio ecologico ma come esigenza di immaginazione di paesaggi mai più come prima ma non ancora qualcosa. Si discute quindi intorno agli interventi necessari non solo di disegno ma di nuove condizioni di uso e manutenzione, progetti delle possibili funzioni per lo sviluppo e la permanenza nel mercato, che li tengono in vita.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica