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L'Abruzzo al voto, lo sguardo sul governo del territorio

07/03/2024

Domenica 10 marzo si svolgeranno le elezioni in Abruzzo. Donato Di Ludovico, presidente della sezione regionale dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, risponde ad alcune domande su situazione e priorità. 

In Abruzzo apre un ciclo politico e amministrativo. Cosa si aspetta l'Istituto Nazionale di Urbanistica?

"Da parte della nuova amministrazione regionale, la sezione Abruzzo dell’INU si aspetta che si passi dalla fase legislativa a quella della pianificazione del territorio. Soprattutto che si riprenda il percorso del nuovo Piano Paesaggistico e si attivi una nuova stagione di pianificazione del territorio regionale e provinciale, in coerenza con la importante programmazione oggi in atto, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il Piano Nazionale Complementare. Questi strumenti sono infatti imprescindibili, da un lato per uno sviluppo equilibrato e in linea con le attuali dinamiche, dall’altro lato con la tutela e la salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Avendoli avuti a disposizione oggi, si sarebbero evitate molte situazioni critiche emerse negli ultimi tempi, ma sono necessari anche per coadiuvare la pianificazione comunale e quella provinciale". 

La sezione regionale è stata nei mesi scorsi molto presente nel dibattito pubblico e istituzionale sulla nuova legge urbanistica. L'iter si è concluso e la legge è stata approvata. L'INU ha avanzato alcune critiche. Quali sono le principali?

"Sin dalle linee guida per la nuova legge urbanistica regionale, l’INU ha cercato di contribuire al dibattito e alla sua stesura ponendone in evidenza, anche attraverso l’organizzazione di specifici eventi, i punti critici e proponendo la necessaria innovazione. La Regione Abruzzo ha deciso di proporre un progetto di legge con una impostazione e contenuti diversi, fondati essenzialmente sul consumo di suolo netto zero e sulla rigenerazione urbana. Sul testo attuale della LR 58/2023, la sezione Abruzzo dell’INU ha sottolineato in diverse occasioni, anche in alcuni seminari organizzati dopo la sua approvazione, le seguenti aree critiche principali: la genericità del concetto di desigillazione e la mancanza dei relativi strumenti di attuazione, possibili rischi sull’applicazione degli incentivi per la rigenerazione urbana, la mancanza di strumenti urbanistici differenziati in base alle caratteristiche e alle dinamiche dei territori (molti ancora in fase di ricostruzione post-sisma), il mantenimento della forma di piano tradizionale. Altro campo da approfondire riguarda il tema delle dotazioni territoriali e degli standard urbanistici. Inoltre la Regione non ha stabilito tempi certi per i propri adempimenti, come l’approvazione del Piano Territoriale Regionale e del Piano Paesaggistico, quadri strategici e di tutela necessari ai comuni e alle province per le proprie scelte". 

Ritiene che ci sia l'opportunità, adesso, per un aggiustamento?

"Sì, la legge può (e deve) essere migliorata. A tal proposito la sezione ha avviato una importante attività di supporto all’attuazione della legge con gli ordini professionali e alcuni comuni, sotto forma di linee guida per gli enti locali. Questo in ordine al suo ruolo di assistenza alle pubbliche Amministrazioni, centrali e periferiche, nello studio e nella soluzione dei problemi urbanistici ed edilizi". 

Un'altra questione all'ordine del giorno è il percorso in atto della nuova Pescara, una fusione in corso tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Un processo che per dimensioni non ha precedenti del nostro Paese. Si pongono questioni e interesse dal punto di vista del governo del territorio?

"Forse l’argomento più importante della fusione in corso è proprio quello del nuovo progetto di assetto urbanistico. La futura città allargata dovrà essere fondata obiettivamente su una nuova visione urbana e territoriale. E non si può aspettare che la fusione avvenga per porre mano a questo nuovo grande disegno urbanistico. Bloccare i processi di pianificazione dei tre Comuni (come si sta facendo) è un errore: è proprio dalle innovazioni urbanistiche che può trovare consenso ed efficacia il disegno della nuova grande città". 

Quello abruzzese è un territorio spesso al centro dell'attenzione a causa della sua fragilità. Ritiene che si possa fare di più nelle azioni di protezione e prevenzione? In che modo la Regione può eventualmente migliorare?

"Dopo il sisma 2009 che ha interessato una buona parte della Regione, l’attenzione sul tema del rischio è sicuramente aumentata, ma non a tal punto da diventare centrale nelle agende della politica regionale e locale, come anche degli atti di pianificazione ai diversi livelli e della nuova LUR. In tal senso, può essere sicuramente importante che la Regione utilizzi l’enorme esperienza prodotta in questo campo negli ultimi anni per perseguire un approccio innovativo alla gestione dei rischi e alla organizzazione della protezione civile, accompagnando anche gli enti locali".

L'Abruzzo è definita "regione verde d'Europa" per l'alta percentuale del territorio che è sottoposto a tutela. Cosa implica questa particolare caratteristica per la gestione e il governo del territorio?

"Le recenti e numerose conflittualità pongono in evidenza l’assenza di una pianificazione, sia di livello generale che locale, che offra spazi importanti ad una progettualità orientata al paesaggio e all’ambiente. Questo spazio deve essere necessariamente recuperato".

"È nella tradizione della sezione INU Abruzzo - conclude Di Ludovico - quella di rappresentare al governatore eletto un’agenda di temi e problemi aperti. Faremo questo anche con il nuovo governatore. La Regione Abruzzo è peraltro socia INU per Legge regionale". 

 

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica