06/11/2024
Marco Bucci eletto Presidente della Regione Liguria, si apre una fase molto importante per il governo del territorio. Sono attese risposte specialmente per quanto riguarda l’aggiornamento degli strumenti e l’applicazione delle riforme. "I problemi rimasti in sospeso sono dal nostro punto di vista molto significativi, ci sono alcune questioni salienti che la nuova Giunta dovrà affrontare", dichiara Giampiero Lombardini, presidente della sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.
Spiega: "Uno è la messa in attuazione della legge urbanistica regionale, che è stata riformata in modo sostanziale circa tre anni fa ma è di fatto rimasta sulla carta. Sono previsti nuovi strumenti come il piano di servizi (che presuppone un livello intercomunale di definizione) che non ha avuto ancora, di fatto, attuazione, sia perché si tratta di una modifica recente, sia perché ci sono problemi di concreta operatività".
Poi, prosegue Lombardini, occorre sottolineare "la circostanza che vede la Liguria come una Regione con basso tasso di rinnovamento degli strumenti urbanistici. Anche la piccola quota di Comuni che hanno provveduto all’approvazione di piani in un periodo recente è dovuta passare attraverso numerose difficoltà e tempistiche troppo dilatate. Il tema dovrà quindi essere necessariamente affrontato e non solo dal punto di vista della semplificazione, che era peraltro anche l’obiettivo dichiarato delle due precedenti amministrazioni. Ruolo, funzioni, modalità operative della pianificazione comunale 'ordinaria' dovranno essere rivisti, visto il sempre maggior ricorso alle procedure in deroga o straordinarie. Se si deciderà per operare nel senso della semplificazione, sarà importante valutare come essa verrà intesa: se cioè sarà considerata un’occasione per avvicinare l’urbanistica ai cittadini, o piuttosto come puro esercizio di demagogia".
Il presidente di INU Liguria segnala anche la necessità di approvare "il piano paesaggistico di nuova generazione secondo i principi del codice Urbani, uno strumento che in Liguria non ha ancora visto la luce. Nei precedenti cicli amministrativi si è arrivati appena alla formulazione dei pur necessari di studi di base e approfondimenti conoscitivi, senza tuttavia mai giungere ad un’adozione dello strumento. Legata a questo, vi è la questione del piano territoriale regionale, che è giunto circa un anno e mezzo fa all’adozione e successivamente alla fase della consultazione delle amministrazioni ai diversi livelli, ma si trova attualmente ancora a quel punto. In attesa di una sua eventuale approvazione (con modifiche o meno), rimangono alcune perplessità che la sezione regionale dell'INU aveva a suo tempo segnalato, in fase di audizione in Commissione Territorio, e che ci aspettiamo vengano prese in considerazione".
Parlando del neopresidente Bucci non si può prescindere dal passaggio da sindaco della città capoluogo alla Regione. Per Lombardini la sua azione da primo cittadino di Genova "va valutata in modo articolato: in primo luogo va sottolineato come in città siano stati intrapresi molti interventi dal punto di vista infrastrutturale. Non parliamo solo della ricostruzione del viadotto sul Polcevera: è stata avviata la Gronda, sono proseguiti i lavori del terzo valico e del nodo ferroviario genovese, oltre ad una serie di interventi sulla viabilità urbana. L’amministrazione locale ha lavorato molto su questo aspetto così come sulla rigenerazione e sulla trasformazione urbana. I risultati ci sono stati: Genova ha cambiato volto così come la sua economia e questo è un aspetto che Bucci lascia in eredità. La città ha accentuato la sua vocazione turistica e terziaria e mantenuto una buona posizione dal punto di vista logistico: il porto è una grande industria cittadina che in questi anni ha visto crescere il suo ruolo, nonostante gli inevitabili rallentamenti dovuti a cause esterne, quali il periodo Covid. Anche se va sottolineato che sia per il porto che per la città si è operato più per interventi puntuali che non affidandosi ad un disegno unitario di pianificazione strategica. Si pensi, a titolo d’esempio, che lo stesso piano regolatore portuale risale nella sua formulazione alla fine degli anni Novanta del secolo scorso (poi approvato nel 2001). La visione d’insieme, spesso evocata, pur presente nell’azione amministrativa (e orientata al mercato) non si è tradotta in nuovi strumenti di governo del territorio e di pianificazione".
Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica