INUCOMUNICA

Il limes trentino: l’analisi dopo il convegno INU

05/12/2020

Il 26 settembre del 1920, la Legge n. 1322 sanciva l'annessione del Trentino al Regno d'Italia. Da quel momento ufficialmente cambia la geografia politica dell'Italia. Cambiano i confini e per i territori annessi cambia il regime amministrativo. Un centenario quindi, che non è solamente la celebrazione di un allargamento dei confini nazionali: il Regio Decreto all'art. 4 della Legge 1322 del 26/9/1920  autorizza il Re a promulgare per il Trentino la Costituzione del 1848, (pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.261) ma allo stesso tempo impegna ad “emanare le disposizioni necessarie per coordinarle con la legislazione vigente in quei territori e in particolare con le loro autonomie provinciali e comunali”.

INU Trentino, promuovendo il Convegno di Studi Internazionale tenutosi ieri venerdì 4 dicembre, ha inteso proporre un momento di riflessione partendo proprio dal significato di “autonomia”, ponendo l'accento a come era stato concepito quello allora riconosciuto alla provincia di Trento. Autonomia mai applicata sia per l'inerzia dell'allora governo nazionale che per l'avvento del fascismo dopo poco più di un anno, e infine introdotto nella Costituzione della Repubblica italiana all'art. 116, entrata in vigore il 1° gennaio 1948.

Il Convegno ha inizialmente inquadrato il contesto politico-istituzionale dell'Impero Asburgico tra Otto e Novecento, dove sono sorti e si sono sviluppati i movimenti nazionalistici e autonomisti. Nasce in questo periodo il problema delle minoranze e del loro controllo che condizionerà l'indagine “antropogeografica” e condizionerà l'idea risorgimentale di fratellanza tra popoli. Si è quindi analizzato il tema del cosiddetto “interventismo democratico” a confronto con nazionalismo, federalismo e centralismo presente in tutto l'Impero.

Sono state quindi passate in rassegna le ragioni storiche dell'autonomia delle comunità alpine, che affondano radici nel basso medioevo. Comunità che si sono liberate dal feudalesimo e che hanno disegnato il paesaggio delle valli andando a dissodare i terreni considerati non redditizi in quota, restituendo un disegno territoriale di lunga durata e caratterizzante, tutt'ora nitido. La descrizione di questo territorio, ovvero il riconoscimento della sua originalità e del legame identitario tra luoghi ed abitanti, è stata l'opera di un geografo che univa la passione per il suo lavoro di ricerca alla passione politica: Cesare Battisti. Oltre le ragioni risorgimentali di autonomia o federalismo risoltesi poi a favore di un centralismo nazionalista, alla fine dell'Ottocento il movimento socialista europeo recupera il concetto dell'autonomia. Nel Trentino chi ne aveva raccolto le ragioni all'alba del nuovo secolo fu proprio la figura carismatica di Cesare Battisti, tutt'ora al centro di un dibattito sterile sul suo ruolo nella determinazione dei confini dopo la guerra o della necessità di autodeterminazione dei popoli.

Il Convegno si è rivelato essere un ricchissimo momento di spunti e necessità di un percorso di analisi di fatti e personaggi che hanno caratterizzato i primi decenni del Novecento, anche nei quattro cruciali anni 1918-1922 tra la fine della guerra e l'avvento del fascismo, hanno incrociato strade e destini. Una storia in parte dimenticata, che ha condizionato tutto il secolo scorso.

Più volte rinviato a causa della pandemia, il Convegno si è svolto “da remoto”, ma è stato efficace nell'aprire uno spettro di temi fino ad ora molto poco esplorati: dalle ricadute politiche; al ruolo degli irredentisti che ripresero il progetto risorgimentale di Italia unita; al tema della concezione dell'autonomia; al dibattito sui confini; al ruolo geo-politico del decadente Impero Austro-ungarico.

La riflessione ha focalizzato l'attenzione sulla provincia di Trento, ma le tematiche legate all'evento annessione ed agli instabili equilibri geo-politici italiani ed europei, sono molteplici. Non fu solo una questione legata all'idea risorgimentale di una nazione che deve essere sotto lo stesso governo: i socialisti trentini infatti, non si battevano per una annessione diretta, ma mediata dall'autonomia, che di fatto venne riconosciuta dal Regno d'Italia. Non tutte le forze politiche appoggiarono questo disegno, ed uno dei temi di indagine futura riguardano proprio il ruolo che le forze politiche esercitarono al Parlamento di Roma.

 

Maurizio Tomazzoni – presidente INU Trentino