INUCOMUNICA

Il Comune di Pescara si riappropri del territorio. L'appello dell'Inu con le associazioni ambientaliste

10/12/2015

Un appello all’amministrazione comunale pescarese perché riprenda in mano il destino del territorio della città. E’ il senso del documento messo a punto dalle maggiori associazioni ambientaliste:  la sezione Abruzzo e Molise dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente Abruzzo, Wwf Chieti – Pescara e le sezioni cittadine di Fai e Italia Nostra. Lo spunto, l’ultimo di una serie di episodi, è la recente sentenza che ha autorizzato la società Pescaraporto a realizzare nella riviera sud di Pescara, dice il documento congiunto delle associazioni, “un esteso intervento edilizio”  che “contribuisce alla compromissione e alla occlusione per la Città di un lungo tratto di mare, fuori da qualsiasi disegno organico di assetto della zona “.

Le associazioni contestano la mancata approvazione del Piano particolareggiato (pur criticabile e da riformare radicalmente) che sarebbe servito a una più efficace tutela dell’area, e il fatto che le amministrazioni comunali che si sono succedute abbiano sostenuto in giudizio le ragioni dei privati.

E’ urgente un’inversione di tendenza: “C’è bisogno della ripresa dell’iniziativa comunale a difesa del futuro della Città; da troppo tempo si è succubi di ogni iniziativa particolaristica: dalle demolizioni di importanti testimonianze storiche alla mancata demolizione di interventi dichiarati abusivi in via definitiva.  Mentre permane un grave ritardo nel ripristino della normativa di salvaguardia degli edifici storico – testimoniali della città, si assiste alla contemporanea proposta di insediamento o di modifica di importanti attrezzature urbane come i recenti, discutibili, programmi di trasformazione dello Stadio Adriatico o la prospettata localizzazione della nuova sede degli uffici regionali in strutture private, al di fuori di ogni disegno urbanistico”. E’ necessario, dice il documento, che “l’amministrazione comunale si riappropri del suo irrinunciabile ruolo nel governo del territorio”.

Le associazioni denunciano inoltre l’approvazione di alcuni provvedimenti nazionali, come il decreto sviluppo, che hanno colpito lo stesso diritto/dovere di pianificare. Un emendamento alla legge di stabilità del 2014 ha inoltre esteso queste norme agli ambiti soggetti a piani particolareggiati, in evidente connessione con la questione della riviera Sud. Spetta alla Regione, invece, predisporre strumenti che consentano e facilitano processi inclusivi e partecipativi di rigenerazione urbana, attraverso la modifica della legge 49 del 2012.

Per informazioni
Andrea Scarchilli
Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica
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