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Governo del territorio in Sardegna, lo scontro sulle coste e le altre urgenze

07/08/2020

Dopo i rilievi dei tecnici del Ministero dell’Ambiente, che ne hanno segnalato la potenziale incostituzionalità, la legge recentemente approvata dal Consiglio regionale sardo è definitivamente balzata all’attenzione nazionale. In Sardegna alcune associazioni ambientaliste l’hanno criticata da subito. Tra queste c’è Legambiente, il cui responsabile scientifico regionale, Vincenzo Tiana, oggi spiega: “La cosiddetta legge sull’interpretazione autentica approvata dal Consiglio regionale fa arretrare il regime di tutela del Piano Paesaggistico Regionale. Esclude dalla tutela la fascia costiera, che nel PPR viene classificata e tutelata come bene paesaggistico nel suo insieme; esclude poi una delle innovazioni del piano, i beni identitari e le zone agricole, che si valuteranno caso per caso mentre nel piano paesaggistico erano considerati un bene da tutelare complessivamente; infine riduce la tutela delle coste al vincolo dei 300 metri. Il paradosso è che questa legge viene approvata proprio nel momento in cui l’Unione europea invita  a scelte nel segno della sostenibilità, coerenti con gli appelli degli scienziati. L’amministrazione regionale sarda opera e ragiona come si faceva cinquant’anni fa”.

La legge è stata costruita a partire dall’esigenza di fare in modo che la superstrada Sassari – Alghero potesse essere realizzata a quattro corsie anche nella parte finale, in prossimità dell’aeroporto. Una questione a dire il vero già caduta grazie all’intervento del Ministero delle Infrastrutture in sede di procedure valutative. Il governo prepara l’impugnazione davanti alla Corte costituzionale perché la legge sarda violerebbe il principio di copianificazione tra governo e Regioni.

Francesco Licheri, vicepresidente della sezione Sardegna dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, segnala l’importanza che i livelli qualitativi di tutela e protezione delle coste sarde sviluppati in questi anni “non subiscano in alcun modo una retrocessione”. La preoccupazione di Licheri, tuttavia, è che l’annoso scontro sulle coste sarde, la cui esigenza di protezione non si stanca di ribadire, rischi in qualche modo di fare passare in secondo piano altri problemi, esigenze, urgenze del territorio sardo, che richiedono un intervento deciso della pianificazione e della programmazione, e del rinnovo di alcuni strumenti. Tra questi ci sono le aree interne allo stremo, su cui in questi anni INU Sardegna ha richiamato l’attenzione attraverso studi e iniziative. Licheri spiega che “la maggior parte dei Comuni sardi si trovano nell’entroterra, e si stanno spopolando: è urgente focalizzare l’attenzione su questa situazione, non solo nel dibattito pubblico, ma soprattutto quando si predispongono gli strumenti, i piani e i programmi, per il governo del territorio e lo sviluppo della Sardegna. Spesso così non è stato, visto che anche il Piano Paesaggistico Regionale non è stato ancora esteso alle aree interne”.

Bisogna fare i conti poi con i ritardi in qualche modo collegati all’attuazione dello stesso PPR, visto che diversi Comuni costieri non hanno adeguato i Piani urbanistici comunali al PPR.

Ancora, prosegue il vicepresidente di INU Sardegna, la legge urbanistica regionale, che risale al 1989: “Ha 31 anni, è ormai obsoleta. Occorre una legge regionale che sia più aderente alla condizione e alle necessità della Sardegna di oggi”. Licheri conclude spiegando come il governo del territorio in Sardegna sia costretto da tempo ad operare in un contesto di riferimento instabile: “Le istituzioni subregionali, le Province, prima sono state abolite, poi reintrodotte con competenze limitate. In questi giorni il Consiglio regionale sta discutendo su una nuova articolazione tra aree metropolitane e province. Una situazione di incertezza che dura da vent’anni. È indispensabile, invece, avere un quadro istituzionale stabile, con enti di area vasta che supportino i Comuni, in particolare quelli piccoli, nelle difficili sfide che stanno affrontando: difesa dell’ambiente senz’altro, ma anche contrasto allo spopolamento con le meritorie esperienze di rivitalizzazione dei centri storici”.

 
Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica