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Giornata mondiale dell'urbanistica: l'intervista a Marichela Sepe. A Napoli tra un anno la Biennale di ETCP-CEU

08/11/2022

La ricorrenza dell’8 novembre, celebrata come Giornata mondiale dell’urbanistica, è l’occasione per riflettere sulle questioni e le necessità che riguardano la disciplina a livello internazionale. Marichela Sepe, responsabile delle relazioni internazionali per l’Istituto Nazionale di Urbanistica, risponde ad alcune domande, annunciando anche l'aggiudicazione da parte dell'INU dell'organizzazione, a Napoli dal 28 novembre al 2 dicembre 2023, del "combined event" di ETCP-CEU che comprenderà la "14th Biennale of European Towns and Town Planners". 

Nel nostro Paese la consapevolezza dell’importanza dell’urbanistica sembra spesso faticare a imporsi nel dibattito pubblico, eppure le finalmente riconosciute esigenze ecologiche dovrebbero permetterle di ritagliarle un nuovo e importante spazio, visto che una grande parte delle emissioni climalteranti vengono prodotte nelle città. Riscontra negli altri Paesi lo stesso tipo di “distrazione”?

Tutti i Paesi anche se con tempi e modalità differenti sono attenti a mettere in pratica i 17 Sustainable Goals per il 2030. L’urgenza di mettere in pratica i principi per la sostenibilità sono diventati ormai prioritari nelle Agende di tutti i Paesi.

Alcune innovazioni che si sono imposte nel passato anche in Italia, penso a tutto il filone che riguarda la smart city, e da ultimi la città dei quindici minuti e la cosiddetta urbanistica tattica, hanno ricevuto un importante impulso dalle esperienze estere. Individua alcune tendenze che potrebbero a breve sbarcare anche da noi?

La smart city è nelle sue diverse declinazioni già da tempo un modo di intendere il progetto di città. Le nuove tecnologie hanno reso possibili connessioni virtuali e reali grazie all’uso di internet. La pandemia ha ulteriormente velocizzato il processo di smartizzazione agevolando la creazione di reti tra persone e luoghi, ma anche tra infrastrutture e, allo stesso tempo, collegamenti misti e/o ibridi tra di essi. La città dei 15 minuti sta approdando in Italia con successo, è altresì definita città di prossimità. La Biennale dello Spazio Pubblico ad esempio l'ha resa tema principale per l'edizione del 2023 che si terrà a Roma a maggio. Rendere servizi per l’istruzione, la salute, il lavoro e il tempo libero raggiungibili alla distanza di 15 minuti percorribili a piedi o in bicicletta costituisce un orizzonte a cui tendere per minimizzare tempi e impronta ecologica. L’urbanistica tattica costituisce uno strumento utile per il disegno dei luoghi che potrebbe supportare la città dei 15 minuti, ma ancora rimane in Italia poco utilizzata, pur se in crescente sviluppo. Altre tendenze riguardano la città flessibile che potrebbe essere molto utile soprattutto in periodi di crisi improvvise in cui può servire modificare l’uso di un luogo per consentirne un altro più adatto a risolvere quella determinata vulnerabilità (ad esempio la conversione di spazi pubblici per il tempo libero ad uso scolastico in tempi di pandemia). O ancora l’uso differenziato di uno stesso contenitore urbano per più funzioni nel corso della giornata, al fine di utilizzarlo in maniera continuativa.

Si possono indicare, rimanendo in ambito internazionale, alcune esperienze da considerare come modelli?

Dal punto di vista internazionale la progettazione adattiva dei luoghi va proprio nella direzione prima accennata della città flessibile. Si tratta di concepire il piano in maniera che possa essere adattato nel corso del suo ciclo di vita in accordo con eventuali modificate esigenze. Tale approccio richiede strumenti urbanistici opportuni ad accogliere eventi improvvisi, da coadiuvare con strumenti economici, e altresì un coinvolgimento della popolazione che deve rendersi parte attiva nel processo di resilienza della città. Esempi in questa direzione sono Rotterdam (le water plazas e in generale il programma di adattamento ai cambiamenti climatici) e Copenaghen. Un’altra tendenza riguarda la città sana ovvero il progetto di luoghi salubri e vivibili al fine di un adeguamento alle esigenze di una popolazione da una parte più anziana e dall’altra più attenta all’attività fisica e alla differenziazione degli spazi per il tempo libero (esempi di successo in tal senso sono Madrid Rio a Madrid e False Creek a Vancouver).

Quale è l’impegno dell’INU sul versante delle relazioni internazionali? 

In merito alle relazioni internazionali l’INU è molto attivo in diverse direzioni. Attualmente ha vinto la candidatura per la Biennale degli Urbanisti Europei dell’ECTP di cui è membro. Si terrà a Napoli tra un anno assieme ad altri eventi collegati (qui i dettagli sulla candidatura presentata nel settembre scorso, ndr) e sarà una grande occasione di dibattito e incontro internazionale sui temi centrali di governo del territorio. L’impegno con UN - Habitat è inoltre attivo da tempo in collaborazione con la Biennale dello Spazio Pubblico; il Global public space toolkit e precedentemente la Charter of Public Space sono tangibili esempi in tal senso. Ancora, oggi 8 novembre 2022 insieme a Pietro Garau siamo stati invitati al World Urban Day di Buenos Aires a parlare proprio dell’impatto delle tematiche dello spazio pubblico in Italia.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica