11/03/2021
La gestione e la tutela dei centri storici vanta in Veneto una tradizione di rilievo. L’esperienza degli Atlanti curati da Franco Posocco con la consulenza scientifica di Franco Mancuso, negli anni Ottanta del secolo scorso, ne è una testimonianza significativa. Proprio su questo tema il 5 marzo scorso la sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, assieme alla Community “Città storica” e alla Federazione regionale degli Ordini degli architetti, ha organizzato un webinar, “L’urbanistica dei centri storici del Veneto”. Un argomento che è evidentemente al centro del dibattito anche nazionale, viste le conseguenze della lunga fase pandemica proprio su queste porzioni di città di cui è innervato il nostro Paese. Per questo il seminario INU costituisce una tappa di riflessione che va oltre l’esperienza locale, così come l’evidenza emersa, spiega la presidente di INU Veneto Laura Fregolent, che “dobbiamo considerare la città nel suo insieme, il centro storico è un’infrastruttura che innerva la città contemporanea. Sulla base di questo approccio occorre pensare a politiche complessive”. Perché, conferma la responsabile della Community “Città storica” Marisa Fantin, “il concetto di centro storico si è evoluto, la città storica pervade tutto il territorio e occorre una valutazione più vasta”.
E’ evidente che dopo la pandemia, sottolinea Fregolent, “per le città niente sarà più come prima. Pensiamo al caso emblematico di Venezia: qui l’impatto sul sistema economico è stato enorme. Molti negozi avranno difficoltà a riaprire, erano legati alle richieste di un turismo che non c’è più. Ma non direi che le nostre scelte abitative ne escano totalmente modificate. I centri storici infatti vivono problemi di spopolamento da tempo e da ben prima della pandemia ed hanno bisogno di politiche adeguate per essere rivitalizzati”.
Fantin spiega che la lunga fase di emergenza “ha avuto ripercussioni sull’uso degli spazi pubblici ed è chiaro che i centri storici ne abbiano sofferto in modo particolare. Sono state inoltre messe in luce le criticità del sistema turistico. Nel momento in cui subisce una crisi, la città deve saper recuperare. Non è semplice. Ci troviamo di fronte ad esempio a grossi comparti edilizi che erano stati trasformati in bed&breakfast, a una rete commerciale che si era orientata sul turista”. Molti sono gli spunti di riflessione per la fase di rilancio. La responsabile della Community INU li elenca: “Occorre un ripensamento sulla reversibilità degli interventi: va aperto un confronto perché sui rischi di compromettere l’adattabilità dei centri storici e dei loro edifici. Per quanto riguarda la pianificazione, questa deve avvenire per reti e relazioni e non più sui singoli manufatti. Un elemento evidentemente collegato alla necessità di leggere la città nella sua totalità”.
Il webinar partendo dall’esperienza veneta ha individuato proposte e riflessioni come detto di carattere nazionale. Fantin sottolinea: “Abbiamo cercato di costruire questa iniziativa anche in relazione al Novantennale dell’INU. Il contributo della sezione regionale poteva essere indirizzato al tema dei centri storici perché fin dagli anni Ottanta del secolo scorso il Veneto vi ha dedicato particolare attenzione. Abbiamo cercato con questo seminario da un lato di ripercorrere la nostra esperienza, dall’altro di capire cosa significa oggi pianificazione nei centri storici”. Positivi i riscontri, come racconta la presidente di INU Veneto Fregolent: “E’ un tema che la nostra sezione pratica da tempo. La partecipazione è stata rilevante ed è stato tra l’altro apprezzato il formato scelto. Tutti gli interventi erano agganciati a delle videointerviste a esperti che si sono occupati del tema nella nostra regione, che dialogavano con i componenti del Consiglio direttivo di INU Veneto. La formula ha reso il convegno dotato di un certo dinamismo”. Le videointerviste saranno pubblicate online.
Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica