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Cento anni di storia e nuove sfide all’orizzonte. Parla il presidente del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise

26/04/2022

I Parchi nazionali più antichi del nostro Paese, quello d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Gran Paradiso, compiono nel 2022 cento anni. Il programma di celebrazioni è stato avviato nei giorni scorsi all’Auditorium di Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una partecipazione, dice oggi Giovanni Cannata, presidente del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, “che abbiamo molto cercato. E’ il segno di un’attenzione significativa: anche se il Capo dello Stato non è intervenuto direttamente, ha ascoltato con attenzione le relazioni che hanno evidenziato problemi e questioni che riguardano sia le due realtà di cui si celebra il centenario che il sistema delle aree protette nel suo complesso. E’ chiaro che a questo punto non possiamo che auspicare un seguito di azioni, ma si tratta di una responsabilità che è in capo al governo”.

Per quello che riguarda i nodi complessivi del sistema delle aree protette, Cannata evidenzia la necessità di dedicare “maggiore attenzione ai finanziamenti che occorrono per costruire una rete di personale e di risorse umane dedicata e adeguata. Vanno naturalmente distinti i Parchi regionali che dialogano con le Regioni e quelli nazionali e le aree marine protette, dove il personale è diminuito progressivamente negli anni e va reintegrato. Vanno inoltre sviluppate nuove funzioni e competenze che aiutino a rendere i Parchi laboratori di sviluppo sostenibile, a tutto campo, senza limitarsi al solo e tradizionale ruolo di conservazione. Accanto alle professionalità di carattere naturalistico ne vanno immesse delle altre, come ad esempio quelle riguardano la gestione delle procedure autorizzative e l’acquisizione di finanziamenti da bandi europei”.

Un’ambizione e un impegno significativi e che riguardano una parte consistente del Paese, visto che in Italia oggi i Parchi nazionali sono 24, le aree marine protette 29, i Parchi regionali 135 e le riserve naturali 400, e il territorio che gode di un qualche livello di protezione arriva al 20 per cento del totale.

Il secolo di storia del Parco che presiede, come Cannata ha avuto modo di dire anche nel corso dell’evento di Roma (disponibile il testo del suo discorso), è stato di alti e bassi, “da correlare con l’evoluzione della cultura ambientale nel nostro Paese”. I primi due Parchi nazionali nascono grazie all’intuizione di poche persone illuminate, e un’attenzione limitata al campo delle associazioni naturalistiche. Nel 1933 sono assegnati alla cura della milizia forestale, quindi si fa strada una gestione più autoritaria in un contesto storico del tutto particolare. Negli anni Sessanta il sistema dei Parchi deve fare i conti con i problemi che derivano dai processi di cementificazione che scaturiscono dal boom economico, mentre nel decennio successivo conosce maggiori benefici con la nuova stagione dell’ambientalismo, dove si rafforzano le posizioni e le esigenze di controllo e gestione. La vera svolta arriva con la legge quadro sui Parchi e le aree protette del 1991, che sancisce l’affermazione di una cultura ambientale più diffusa. “Oggi – dice il presidente del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise – siamo di fronte alla sfida di dotare i Parchi di una gestione ancora più in sinergia con le popolazioni”.

Un’ultima considerazione sollecitata a Cannata è sul dibattito, particolarmente acuito nelle ultime settimane, tra chi preme per incentivare l’installazione degli impianti di energia rinnovabile e chi sostiene le preoccupazioni di tutela del paesaggio: “E’ una contrapposizione che rientra nella storia, il sindacato negli anni ha avuto atteggiamenti oscillanti e il Pci e anche partiti tradizionalmente vicini al mondo ambientale hanno dovuto mediare tra le esigenze dell'ambiente e quelle del lavoro: ci sono similitudini con quante accade oggi. Di certo va trovato un punto di sintesi attraverso una valutazione ambientale accurata. Se, semplificando all’estremo, le pale eoliche disturbassero la nidificazione delle aquile, non potrebbero che avere nel nostro Parco serie difficoltà a essere autorizzate”.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica