La recente rielezione di Eugenio Giani a presidente della Regione Toscana consentirà all’Istituto Nazionale di Urbanistica di proseguire il confronto con l’ente sui medesimi binari degli ultimi anni. La presidente della sezione regionale Camilla Cerrina Feroni ricorda che il lavoro si è sviluppato “principalmente sul processo di messa in opera della legge regionale di governo del territorio (L.R. 65/2014) e del piano paesaggistico regionale: si sono svolti vari incontri di concertazione in occasione della presentazione dei dati del monitoraggio a livello regionale, degli interventi normativi di ‘settaggio’ della legge e dei relativi regolamenti di attuazione e la nostra sezione ha sempre partecipato attivamente avanzando proposte e contributi. Nel corso del 2025 siamo stati coinvolti anche nel percorso di formazione della PdL sulle cosiddette ‘aree idonee’ per gli impianti energetici da fonti rinnovabili, rispetto alla quale abbiamo prodotto un contributo e proposte emendative al testo di legge; il percorso legislativo ha poi subito una battuta di arresto in relazione all'incertezza del quadro normativo a livello statale a seguito della sentenza del TAR Lazio del maggio 2025. Inoltre, in occasione della nostra RUR del novembre 2024, abbiamo promosso un confronto con gli assessorati regionali competenti (Assessori Monni e Spinelli) sul tema del disagio abitativo, nelle sue diverse dimensioni compresa quella della povertà energetica e dei costi di gestione delle abitazioni”.
Sebbene nel segno della continuità, per le istituzioni regionali toscane si apre una nuova fase. E’ l’occasione per ricapitolare le priorità per quanto riguarda la pianificazione, che secondo Cerrina Feroni concernono “sicuramente la governance del processo di messa in opera della LR 65 e del PIT/PPR, a partire dall'aggiornamento dell'accordo Regione/MiC che regola lo svolgimento delle conferenze paesaggistiche, con l'obiettivo di avviare la composizione di possibili conflittualità nell'applicazione dei principi delle legge e del PIT/PPR fin dalla fase iniziale di formazione degli strumenti urbanistici, e consolidare applicazioni uniformi della disciplina del PIT/PPR che, a dieci anni dalla sua entrata in vigore, non è ancora un fatto acquisito. Occorre, infatti, ricostruire una governance cooperativa che superi le criticità gestionali riscontrate in questi anni, soprattutto per quanto riguarda le modalità di ingaggio delle Soprintendenze/MiC nel percorso di conformazione paesaggistica dei piani. Ci sono però altri temi su cui, a nostro avviso, si dovrebbe concentrare l'azione della nuova Giunta, riportando al centro l'attenzione per le politiche urbane con apertura verso l'innovazione e promuovendo l'integrazione delle politiche settoriali: tra tutti i temi del disagio abitativo e dell'affordable housing, della rigenerazione urbana/territoriale e della transizione energetica. Su quest'ultimo filone ci auguriamo che possa essere ripreso il confronto sulla P.d.L. sulle aree idonee, pur consapevoli dei limiti dettati dal quadro normativo statale, riportandolo nell'alveo della pianificazione territoriale e paesaggistica”.
INU Toscana è come di consueto in campo per fornire indicazioni e suggerimenti, aperta allo stimolo e al confronto attraverso le sue proposte. La presidente sottolinea che “nel quadro delle linee programmatiche che ci siamo dati per il biennio 2025 - 2026, a valle dell'assemblea elettiva del novembre 2024, stiamo lavorando soprattutto su alcuni filoni, cercando di fare sinergia con altre realtà associative e con le amministrazioni locali e, dal punto di vista dei contenuti, con il tema posto al centro dell'ultimo Congresso Nazionale INU dedicato all'utilità dell'agire urbanistico: il tema delle politiche abitative e dell'interazione con la pianificazione urbanistica, su cui stiamo costruendo alcune iniziative in collaborazione con il Comune di Scandicci, che peraltro ospita la nostra sede associativa, e con cui abbiamo recentemente rinnovato un accordo di collaborazione; il tema della rigenerazione urbana provando a focalizzarne le opportunità e le chiavi di successo ma anche le potenziali derive e gli effetti degenerativi: su questo abbiamo in programma un primo seminario che si terrà il prossimo 11 novembre nell'ambito di Urbanpromo; l’approfondimento delle esperienze toscane di innovazione del/nel piano, anche in termini di processualità per la sua ‘messa in opera’: su questo stiamo lavorando ad una iniziativa, in collaborazione con la Fondazione Architetti Firenze, incentrata sullo strumento del masterplan, come elemento di snodo tra la pianificazione urbanistica e la progettazione urbana e delle singole opere pubbliche. Infine abbiamo in programma per il 4 dicembre una iniziativa, promossa in collaborazione con il Garante regionale della partecipazione e con l'Associazione AIP2 Toscana, per la presentazione della nuova Carta della Partecipazione Pubblica con l'obiettivo di esplorare come questo strumento possa rafforzare e mettere a sistema l’approccio partecipativo che alcuni settori regionali e amministrazioni locali hanno sperimentato in questi ultimi anni su specifici ambiti di policy”.
Sempre con l’auspicio che il lavoro di rilievo e approfondimento possa produrre effetti concreti, come nel caso di quello condotto su legge urbanistica e piano paesaggistico a dieci anni dalla loro approvazione: “Il risultato più tangibile è probabilmente l'approvazione della L.R. 10/2024 con cui è stato modificato l'art. 25 L.R. 65/2014, che disciplina l'ambito di applicazione e lo svolgimento della conferenza di copianificazione che si attiva nei casi in cui sono previste trasformazioni che comportano impegno di suolo non edificato all'esterno del territorio urbanizzato, escludendo da tale snodo procedurale il Piano Strutturale. Questo correttivo normativo, che rappresenta l'esito delle proposte avanzate da INU Toscana, in sinergia con ANCI Toscana e rete delle professioni tecniche, oltre a rendere più efficace e snello l’intero processo di pianificazione, riporta il Piano Strutturale alla sua più pertinente natura di strumento di pianificazione territoriale, non conformativo del regime di suoli, evitando ‘forzature’ dello strumento verso contenuti previsionali/localizzativi e potenziali effetti distorsivi anche sotto il profilo della rendita fondiaria”.
Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica