INUCOMUNICA

Napoli, Bologna, Milano: la sfida del governo del territorio

14/10/2021

Quali sono le priorità nel settore del governo del territorio nelle maggiori città italiane che si apprestano a iniziare un nuovo ciclo amministrativo? Sono Napoli, Bologna e Milano i comuni più grandi del nostro Paese che hanno nei giorni scorsi eletto il sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Per il capoluogo lombardo si è trattato della conferma di Giuseppe Sala, mentre in quelli emiliano e campano inizierà una nuova esperienza, con Matteo Lepore e Gaetano Manfredi.

Proprio per quanto riguarda Napoli Francesco Domenico Moccia, presidente della sezione Campania e segretario generale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, sottolinea l’urgenza di affrontare “il tema della città metropolitana, visto che il sindaco eletto sarà anche sindaco della Città Metropolitana. E’ già da molti anni che la pianificazione urbanistica di Napoli non si può fare limitandosi a stare dentro i confini comunali. L’opportunità dovrebbe essere sfruttata: proponiamo che vengano unificati gli uffici urbanistici dei due enti per sopperire a carenze di personale e per creare una struttura unica che elabori il Piano urbanistico comunale e il Piano territoriale generale in modo che ci sia una maggiore efficienza della macchina amministrativa e un maggior coordinamento tra i due strumenti, ancora da redigere. Si tratta di strumenti che saranno importanti specialmente se il nuovo sindaco terrà fede alle promesse di rilancio anche economico del Comune, che necessiterà di una guida per l’ente pubblico che indichi con chiarezza gli obiettivi”. Per Moccia “l’urbanistica napoletana è ferma a dieci anni fa, i problemi che c’erano allora sono rimasti identici. Ci sono da riconvertire le aree dismesse, a cominciare da Bagnoli e Napoli Est, che evidenziano a loro volta il problema degli strumenti attuativi che non funzionano, con la necessità di fare previsioni più conformi alle domande effettive. Una revisione è assolutamente indispensabile dopo dieci anni di inerzia, visto che quelle aree sono importanti per il rilancio economico della città. E’ condivisibile la strategia annunciata dal nuovo sindaco, di puntare non solo sul turismo ma anche sull’hi – tech (esemplare in questo senso l’insediamento di Apple) che può essere uno strumento utile per vivificare le aree periferiche. Questo presuppone anche un piano di riorganizzazione urbana: la domanda che viene da questo tipo di produzione è diversa da quella dell’industria pesante e chiede un diverso paesaggio urbano, con un ruolo molto importante della logistica in connessione con le nuove funzioni che sta assumendo il porto”. Il presidente di INU Campania nota anche: “L’inerzia urbanistica napoletana ha favorito il decentramento della popolazione e delle attività produttive ma senza accompagnarlo con le necessarie opere pubbliche e dotazioni urbanistiche, è per questo che è decisivo il piano metropolitano. Si deve consolidare un multicentralismo che già si manifesta in modo spontaneo e potenziale”.

Il tema del rapporto tra pianificazione metropolitana e comunale è centrale anche a Bologna, spiega Sandra Vecchietti, presidente di INU Emilia-Romagna: “La Città Metropolitana ha approvato in maggio il Piano territoriale metropolitano (PTM), mentre il Comune di Bologna ha già recentemente approvato (in settembre) il Piano urbanistico generale (PUG). E' di estremo interesse capire come i due piani si relazioneranno in fase attuativa. Non dobbiamo comunque dimenticare che nel territorio della città metropolitana sono presenti altre realtà territoriali come il Circondario Imolese, sei Unioni, oltre a sei comuni singoli attualmente in differenti stadi di redazione dei rispettivi PUG. Sarà interessante seguire la fase attuativa, perché nel PTM sono presenti temi complessi e innovativi quali ad esempio 'l'attribuzione differenziata' di quel 3 per cento del territorio urbanizzato che la legge regionale 24/2017 definisce quale dimensionamento del PUG, ovvero il suolo consumabile al 2050. In sintesi una quota di tale superficie è attribuita dal PTM agli insediamenti di rilievo metropolitano, con un'attenzione particolare agli insediamenti produttivi. E lo sviluppo economico e del lavoro è anche al centro degli obiettivi che la nuova amministrazione cittadina si è data, con l'intenzione di dare nuovo impulso all'attuazione di progetti strategici di riqualificazione di cui si parla da anni come ad esempio il Tecnopolo. Allo scopo Bologna dovrebbe dotarsi di un 'Piano europeo per la scienza e la ricerca', e affrontare le grandi ma sopite per trasformazioni urbane: i Prati di Caprara, l'ex scalo del Ravone, il Lazzaretto e altri”. Vecchietti, riconosce alla passata amministrazione un ruolo particolarmente attivo e all'avanguardia nel predisporre azioni per l’adattamento climatico, con anche la redazione del Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC). Si augura che “con l'attuazione del nuovo del Piano urbano per la mobilità sostenibile (PUMS) possano trovare soluzione alcuni nodi critici nei trasporti urbani irrisolti dopo l'abbandono del Civis" e che "le quattro linee tranviarie previste possano trovare rapidamente una realizzazione”.

Milano è nella situazione di avere come riferimento e stimolo l’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026 che per Marco Engel, presidente di INU Lombardia, “funzioneranno come hanno sempre funzionato gli eventi straordinari, utili a catalizzare iniziative, attenzioni e investimenti per farli precipitare entro un termine invalicabile. Vale come esempio il Villaggio olimpico da realizzare nell’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana. Il Comune è partito con un discreto tempismo, ma si tratta di trasformare un pezzo di città rilevante in un tempo estremamente breve, con molti progetti ancora da elaborare, sia per la parte pubblica che per gli edifici privati, ciascuno dei quali dovrà seguire un itinerario di confronto e formalizzazione prima di pervenire all’esecuzione delle opere. E’ vero che una vicenda analoga ci fu con Expo 2015, ma si trattava di un sito estraneo per Milano e per i suoi cittadini: un’area collocata ai confini della città tanto da ricadere in piccola parte anche nell’adiacente Comune di Rho. Lo scalo di Porta Romana è nel tessuto vivo della città: al centro di un quartiere nel quale si sono concentrate grandi trasformazioni. In questa fase va prestata grande attenzione ai players del mercato immobiliare e in particolare al rischio che siano loro, i grandi investitori, a proporsi come i progettisti della città al posto della pubblica amministrazione. Il fenomeno si era già presentato qualche anno fa, in occasione del concorso internazionale per il Masterplan dello Scalo Farini, quando la società COIMA presentò la propria strategia per una nuova centralità sulla direttrice nord ovest: ora lo stesso soggetto ha acquisito i terreni dello scalo di Porta Romana dove negli anni recenti sono stati avviati diversi interventi di rilevanza urbana, quali la sede della Fondazione Prada e il quartiere Symbiosis di Beni Stabili”. Il tema della capacità progettuale della pubblica amministrazione è particolarmente delicato. Engel al riguardo segnala che “il nuovo assessore all’Urbanistica sarà l’architetto Giancarlo Tancredi, dipendente del Comune, già responsabile dei grandi progetti nel settore urbanistico. È questa la prima volta che un funzionario comunale passa dal ruolo di responsabile tecnico a quello di amministratore pubblico”.

Anche nel capoluogo lombardo è importante il tema della città metropolitana: il presidente di INU Lombardia sottolinea a questo proposito “l’ingresso nella Giunta Comunale di Milano di Arianna Censi, che nel quinquennio trascorso ha svolto con grande competenza e sensibilità il suo ruolo di vicesindaco metropolitano. Ci aspettiamo che sia un segnale positivo ai fini del rilancio dell’ente: Milano sta sfruttando per ora le sue risorse interne ma ne ha ben di più nell’area metropolitana vasta ed è nella loro valorizzazione che risiede la vera scommessa sullo sviluppo futuro”.

Engel evidenzia in conclusione la questione della casa, “che sta assumendo proporzioni drammatiche. Il rialzo dei valori immobiliari rischia di espellere li soggetti più deboli dal confine comunale di Milano, ma sono questi stessi soggetti, che con la loro attività nei servizi poveri sostengono la metropoli nell’economia globale, ad avere bisogno di residenze vicine al posto del lavoro. Una politica della casa è fondamentale, tanto più che da almeno trent’anni si è spenta la stagione dei piani casa nazionali. Il fatto che la delega per la casa vada, nella nuova Giunta, a Pierfrancesco Maran, che ha acquisito una grande esperienza nelle precedenti amministrazioni, fa ben sperare”.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

milano napoli bologna pianificazione