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Il Manifesto e la Legge sul governo del territorio: le proposte di INU Lombardia per il Congresso nazionale

14/07/2022

Il percorso della sezione Lombardia verso il Congresso nazionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che si terrà a Bologna dal 17 al 19 novembre prossimi, ha raggiunto un passaggio importante il 16 giugno scorso, quando nell’ambito di un evento organizzato a Milano sono stati presentati il “Manifesto per l’urbanistica” e “Principi e contenuti essenziali della Proposta di Legge nazionale di Riforma del Governo del Territorio”, tema quest’ultimo che sarà il principale sul quale verteranno i lavori del Congresso dell’INU. 

Marco Engel, presidente di INU Lombardia, spiega: “Abbiamo sentito l’esigenza di mettere ordine anzitutto nel nostro dibattito interno e fissare alcuni punti fermi e inderogabili. Le nostre proposte, racchiuse in un documento suddiviso in due parti, non costituiscono il punto d’arrivo ma piuttosto sono volte ad innescare una discussione. L’obiettivo è quello di circoscrivere il campo”. 

E se gli spunti a beneficio della proposta di legge di principi sul governo del territorio sono precisi e sistematici, organizzati in quattro famiglie che confluiranno nel dibattito congressuale - la cornice costituzionale democratica entro cui si colloca la riforma legislativa; il rapporto tra urbano e non urbano, il ruolo del paesaggio e la rilevanza della dimensione ambientale; la dimensione costitutiva del welfare; il principio di condivisione della conoscenza e di responsabilizzazione delle competenze – questi non possono che discendere dall’idea che è esposta nel Manifesto. Engel ritiene che “quello che sta succedendo in maniera più o meno dichiarata è che va progressivamente indebolendosi la capacità sia tecnica che politica di immaginare un disegno complessivo e poi farne un percorso decisionale che porta all’approvazione del piano. La tendenza di spostare sempre più le decisioni verso la fase operativa – come è stato fatto ad esempio nella legge dell’Emilia-Romagna – dipende in parte dal tramonto della fiducia nella capacità di un piano generale di indirizzare i processi e gli esiti delle trasformazioni. In questo modo lo strumento di pianificazione viene depotenziato, rimpiazzato dagli accordi operativi promossi dai privati, controllati attraverso un articolato sistema di valutazione che tende a diventare il contenuto propio del piano. Va riaffermata invece la centralità del processo decisionale democratico attraverso il quale la collettività si esprime sul destino del proprio territorio”. 

Per il presidente di INU Lombardia “il piano per sua natura mal si adatta alla liquidità della società contemporanea, ma rimane il fatto che qualcuno si dovrà pur occupare della città. Il piano non può essere dettagliare il numero di alberi in una determinata area. E’ vero che il contesto di riferimento è di fatto ribaltato, si è passati dal paradigma dell’espansione all’esigenza di rigenerare il costruito e non consumare nuovo suolo, ma non si può ridurre il progetto della città e del territorio all’applicazione di un assortimento vario di parametri ambientali. E’ in gioco il progetto del futuro, sul quale la collettività deve potersi esprimere”. 

L’evento del 13 giugno e il documento che vi è stato presentato fanno parte di un percorso nell’ambito del quale INU Lombardia ha molto investito sull’apertura, in particolare attraverso il progetto "L’intelligenza della città”, dialoghi con esponenti di discipline “esterne” alla pianificazione. Uno sguardo che non può che essere ancora presente, conferma Engel: “Quello dell’interdisciplinarità è proprio tra i temi da salvaguardare, la competenza dell’urbanista classico da sola non basta più ma piuttosto assume compiti nuovi. Deve essere capace di fare sintesi anche rispetto agli altri approcci”.

 

Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica