Le sessioni del convegno Post-pandemic Cities

1) FRATTURA DEL RAPPORTO TRA SPAZIO E FUNZIONI

L’emergenza pandemica ha sancito la frattura del rapporto tra spazio e funzioni, così come costruito nel corso degli ultimi duecento anni. Tale condizione ha reso impellente la necessità di un rapido e generale ripensamento degli spazi e del patrimonio costruito in relazione alle loro funzioni, in termini di rigenerazione, riuso, nuovo uso, mettendo in profonda crisi i modelli e gli strumenti di intervento finora utilizzati.

Sul fronte del rapporto tra spazio pubblico e spazio privato si è assistito ad un drammatico ribaltamento della prospettiva culturale alla quale siamo stati abituati. Se lo spazio pubblico come luogo del “rischio di contagio” è stato riadattato, limitato e interdetto, svuotandosi di senso e collassando su se stesso, lo spazio privato come “rifugio sicuro” è divenuto la “scena unica” delle principali attività degli individui.
La diffusione dello smart-working, inoltre, sta producendo una complessiva riorganizzazione degli spazi del lavoro (pubblici, privati ad uso pubblico, privati) con ricadute dirette sul riadattamento degli spazi della vita privata. Tale condizione consentirà di riconvertire a nuove funzioni (ad esempio sociali, sanitarie etc.) spazi finora utilizzati per il lavoro e i relativi servizi; mentre, sul fronte degli spazi privati, le esigenze di una riorganizzazione delle funzioni abitative (che devono adesso includere gli spazi per il lavoro/studio a distanza, lo sport e il tempo libero) ridefiniscono radicalmente modelli progettuali e standard quali/quantitativi minimi. Tali categorie mutano anche in relazione alle nuove condizioni e ai limitati tempi di accesso, fruizione e permanenza (aree di sosta, zone di attesa, zone filtro etc.).
La sfida davanti alla quale ci troviamo impone, infatti, una radicale e generalizzata ridefinizione di nuove e vecchie categorie progettuali degli spazi e del patrimonio per rispondere alle contradditorie esigenze di socialità/integrazione e distanziamento fisico degli individui (per gli spazi pubblici e spazi privati ad uso pubblico), e di convivenza non conflittuale del nucleo familiare e indipendenza degli ambienti per le diverse funzioni (per gli spazi privati).
La sessione intende ragionare prioritariamente su questi aspetti, attraverso lo sguardo trasversale dei diversi attori che operano nell’ambito dello spazio e del patrimonio pubblico, da un lato, del rapporto con la dimensione privata, dall’altro, a partire dalle seguenti domande di conoscenza: Come cambia in concreto il rapporto tra spazio pubblico e spazio privato e quali nuove categorie di spazi ibridi emergono? Come cambiano le politiche urbane rispetto alle nuove esigenze di rigenerazione e rifunzionalizzazione dello spazio e del patrimonio? Quali sono le implicazioni sulla mobilità urbana nel suo complesso? Quali sono le innovazioni normative necessarie e gli strumenti operativi più adatti a gestire tali cambiamenti?

Rispetto a questo quadro di temi e questioni, la sessione accoglierà proposte di contributo che affrontano aspetti specifici e metodologici, esperienze pratiche, indagini comparative, casi di studio da leggere come occasioni per ragionare criticamente sui seguenti aspetti:

− Riuso e rigenerazione degli spazi e del patrimonio
− Permanenza vs temporaneità delle funzioni
− Spazio pubblico vs spazio privato nella ridefinizione di usi e funzioni
− Nuove identità vs perdita di valore di luoghi/patrimonio
− Nuove categorie progettuali e nuovi strumenti di rigenerazione
− Crisi e riorganizzazione della mobilità urbana


2) GIUSTIZIA SPAZIALE E NUOVE DISEGUAGLIANZE

Di fronte ad un’Italia che esce dall’emergenza sanitaria fortemente compromessa sotto il profilo economico, la questione urbana è riemersa come una complessa questione socio-spaziale dove l'inasprimento delle diseguaglianze si misura non soltanto in termini di deprivazione economica, ma anche sotto il profilo dell’accessibilità a beni primari, spazi e servizi pubblici.

In mancanza di sistemi di welfare e dotazioni urbane in grado di affrontare adeguatamente le esigenze e le problematiche degli strati sociali più deboli della popolazione (migranti, popolazioni a basso reddito, homeless, bambini, etc.) sono state adottate misure straordinarie a livello pubblico insieme ad una contestuale attivazione delle reti di assistenza reciproca tra gruppi minoritari e/o in condizioni di disagio e attori del terzo settore. Governance informale, forme più o meno strutturate di collaborazione tra soggetto pubblico e differenti attori sono state sperimentate per fronteggiare la crisi, lasciando interrogativi aperti sulle priorità e le modalità di intervento. Se la questione delle diseguaglianze va posta come una cruciale sfida di policy nazionale, la natura multidimensionale del fenomeno richiede un ripensamento su più fronti. Nuova multilevel governance, definizione di un quadro delle politiche (e relativi strumenti) in relazione ai differenti livelli operativi, innovazioni di processo e di contenuto sono solo alcuni degli argomenti da cui ripartire per superare le tradizionali strategie di rigenerazione e costruire politiche democraticamente efficaci nel tempo e nello spazio.

La sessione intende ragionare prioritariamente su questi aspetti, attraverso lo sguardo trasversale dei diversi attori che operano nell’ambito della giustizia spaziale a partire dalle seguenti domande di conoscenza: Quali sono gli effetti di questa crisi sulle città e i territori sotto il profilo della polarizzazione sociale, economica e spaziale? Quali sfide la pianificazione dovrà cogliere al fine di promuovere una visione rigenerativa di luoghi e comunità, città e territori più equa e solidale? Quali forme di innovazione sociale urbana prevedere o promuovere sulla base delle lezioni apprese durante la crisi da Covid-19?

Rispetto a questo quadro di temi e questioni, la sessione accoglierà proposte di contributo che affrontano aspetti specifici e metodologici, esperienze pratiche, indagini comparative, casi di studio da leggere come occasioni per ragionare criticamente sui seguenti aspetti:

− Patto di cittadinanza e nuovo welfare urbano
− Nuove povertà e diritto alla casa
− Lotta alle diseguaglianze e strumenti di intervento 
− Governance urbana e attori del cambiamento
− Minoranze e percorsi di inclusione
− Politiche urbane e pratiche dal basso

3) VERSO ALTRI MODELLI URBANI?

Le grandi aree urbane stanno perdendo il delicato equilibrio che legava comunità insediata e spazio fisico, per rispondere sempre più spesso alle esigenze di una più ampia società globale di cui rappresentato sempre più spesso il mero precipitato fisico.

La questione ambientale prima e l’emergenza sanitaria dopo hanno, d’altro canto, messo in crisi una delle dimensioni fondative delle città, legata all’addensamento e alla concentrazione di funzioni e di servizi (insieme al rispettivo carico antropico e alle relative emissioni inquinanti), e con essa i corrispondenti modelli insediativi propri delle grandi agglomerazioni urbane.

I protocolli di emergenza attivati con il lockdown (con misure di confinamento, blocco e contenimento) e lo stato d’eccezione che di fatto ne è derivato (anche per effetto dei dispositivi legislativi utilizzati) hanno profondamente messo in crisi il modello della città dei grandi flussi, con gravi conseguenze sui flussi economici e su quelli turistici.
Si ripropongono pertanto modelli insediativi alternativi (reti di piccole e medie città, città intermedie, insediamenti rurali etc.), che rilanciano la bassa densità abitativa e il recupero della dimensione ambientale quale garanzia di una migliore qualità della vita e, nell’era post-Covid, di un adeguato distanziamento rispetto ai flussi pandemici.
La “fuga dalle città” e il ripopolamento dei piccoli borghi rurali o di montagna a più stretto contatto con l’ambiente naturale già prima dell’attuale crisi sono stati oggetto di specifiche strategie di sviluppo (SNAI, Agenda urbana etc.) che sembrano, in questa fase, ritrovare nuovo slancio, non soltanto nelle macro-politiche di settore. Tutto ciò produce impatti di varia natura per questi contesti territoriali spesso caratterizzati da delicati equilibri ambientali, ma al contempo richiede una riorganizzazione della mobilità e dei servizi, nel delicato equilibrio tra prossimità e distanziamento.
La sessione intende ragionare prioritariamente su questi aspetti, attraverso lo sguardo trasversale dei diversi attori che operano nell’ambito delle politiche territoriali, della mobilità e dei servizi di livello territoriale a partire dalle seguenti domande di conoscenza: Quale rinnovato ruolo possono assumere i modelli insediativi alternativi alle grandi agglomerazioni urbane e rispetto a quali contesti?

Quali questioni si pongono sotto il profilo della mobilità, dei trasporti e dei servizi territoriali e quali le nuove sfide dell’Agenda urbana? Come cambia la natura dei piani (sotto il profilo regolativo/strategico) nell’affrontare nel breve termine le questioni di emergenza e nel lungo termine quelle di prevenzione?

Rispetto a questo quadro di temi e questioni, la sessione accoglierà proposte di contributo che affrontano aspetti specifici e metodologici, esperienze pratiche, indagini comparative, casi di studio da leggere come occasioni per ragionare criticamente sui seguenti aspetti:

− Gestione del lockdown e delle condizioni d’eccezione
− Crisi della città dei flussi e del modello insediativo denso
− Nuovi modelli insediativi a bassa densità, per quali territori
− Riorganizzazione spaziale e funzionale e impatti sugli insediamenti a bassa densità
− Nuove sfide per l’Agenda urbana 
− Come cambia la natura dei piani

4) SFIDE PER LA FORMAZIONE E LA PROFESSIONE NELL'ERA POST-COVID

La crisi legata a Covid-19 ha dimostrato che le pandemie alterano radicalmente la vita urbana (lockdown, interdizione degli spazi pubblici, creazioni di nuovi servizi etc.) configurandosi anche come un problema di pianificazione. In questi ultimi mesi, e in un tempo relativamente breve, molteplici sono stati i cambiamenti. Di fronte a nuove regole di convivenza e fruizione dello spazio, al mutare delle relazioni di potere, dei conflitti e delle diseguaglianze, alla centralità assunta dai temi della qualità ambientale e spaziale delle città e dei territori, il mondo della professione si interroga su quale sarà il ruolo del pianificatore e su come cambierà l’approccio al progetto. Se tali questioni, da un lato, complicano il quadro delle competenze professionali, dall’altro, evidenziano la necessità di un rafforzamento della figura del pianificatore per la specificità delle sfide aperte dalla fase di rilancio del sistema Paese. Tutto ciò si inserisce in un più ampio dibattito, attualmente in corso, sulla riforma dell'Ordine Professionale che auspicherebbe un ritorno alla “figura unica” dell’architetto. Per tali ragioni occorre, oggi più che mai, riattivare un confronto tra mondo della formazione e mondo della professione nell'ambito della pianificazione urbana e territoriale.

La sessione intende ragionare prioritariamente su questi aspetti, attraverso lo sguardo trasversale dei diversi attori che operano nell’ambito della professione e della formazione a partire dalle seguenti domande di conoscenza: Quali sono le competenze richieste ai pianificatori all’indomani della crisi pandemica? Come si stanno attrezzando i corsi di laurea in Pianificazione urbana e Territoriale nel formare nuovi profili professionali? Sul fronte della formazione, ulteriori interrogativi si aprono: come si concilia l’uso delle piattaforme digitali con l’insegnamento di discipline tecnico-pratiche e quali misure occorrerà adottare per superare il digital divide che caratterizza numerosi contesti del Sud d’Italia?

Rispetto a questo quadro di temi e questioni, la sessione accoglierà proposte di contributo che affrontano aspetti specifici e metodologici, esperienze pratiche, indagini comparative, casi di studio da leggere come occasioni per ragionare criticamente sui seguenti aspetti:

− Gestione/prevenzione del rischio e competenze disciplinari
− Nuove sfide e ricadute disciplinari
− Ruolo del pianificatore nell'era post-Covid
− Riforma dell'Ordine e profilo professionale dei pianificatori
− Nuove competenze professionali e ordinamento dei corsi di laurea 
− Piattaforme digitali e digital divide